Ancora non si sono placate le polemiche per l’entrata in vigore della legge Levi (anche conosciuta come legge anti-Amazon) che, probabilmente, si può parlare già di sua abrogazione. Quel contestatissimo provvedimento poneva dei limiti alla possibilità di effettuare sconti su una vasta gamma di libri. In pratica il prezzo del libro (la cui indicazione in copertina è obbligatoria) non può essere ribassato più del 15%. Soltanto gli editori e solo per promozioni limitate possono applicare sconti del 25%. Il danno per i consumatori è evidente. Alla faccia del libero mercato.
Fino a pochi giorni fa, bisogna aggiungere.
L’ultima manovra finanziaria (il così detto decreto salva Italia), infatti, ha rimesso tutto in dubbio. Tra le norme sulle liberalizzazioni, specifica espressamente che sono abrogate tutte le disposizioni normative contenenti l'imposizione di prezzi minimi. Ci domandiamo: se il prezzo di copertina di un libro è scontabile solamente nelle misure indicate dalla legge, cos’altro faceva la legge Levi se non introdurre un costo minimo dei libri? I librai e gli editori abbiano il coraggio di schierarsi dalla parte dei consumatori, disapplicando una legge ingiusta e superata.
Alessandro Gallucci, legale Aduc