Salvare un Castello:
mai missione fu così ardua,
rimanendo una pura utopia,
a meno che non arrivino, torre in resta,
Messer Sforzotto e Messer Gevanello
a tentar la follia.
Può la scarpina di Beatrice d’Este, conservata al Museo della Calzatura di Vigevano, dare il via – e concludere – una crociata per salvare Cusaghino, un castello morente nel quale la duchessa, giovane sposa di Ludovico il Moro, aveva vissuto in compagnia della corte allegri momenti di spensieratezza?
Sì, se i cavalieri di questa personalissima e strampalata crociata di salvataggio si chiamano Sforzotto e Gevanello e non sono altro che i castelli di Milano e Vigevano, fratelli dello sventurato Cusaghino, ovvero il castello visconteo di Cusago, che da decenni si trova prigioniero dell’incuria e del degrado.
Alla vigilia di un immaginario Expo 2015, i castelli di città partono così alla volta della campagna milanese in aiuto di Cusaghino, dal destino ormai irrimediabilmente segnato. Ma la visita al fratello moribondo, inconsapevolmente, diventa anche un’occasione importante per ripercorrere la sua storia che si snoda per sette secoli incontrando personaggi del passato lontano come i Duchi di Milano, o di un passato più recente come i fratelli Berlusconi, possessori di Cusaghino fino al 2003 e costruttori del quartiere “Milano Visconti” sui terreni dell’eredità Casati-Stampa, nobile stirpe precedente proprietaria del castello.
Un racconto tragicomico a tre voci che, utilizzando un originale slang castellano, non cerca la denuncia né vuole trovare il colpevole della situazione incresciosa in cui versa attualmente il castello di Cusago, ma che si propone di rendere note, con un tocco di leggerezza, le vicende del maniero fatto erigere da Bernabò Visconti, monumento nazionale del quale poco si conosce.
Se le chiacchiere, i gossip e i progetti di Sforzotto, Gevanello e Cusaghino avranno fatto nascere nel lettore la curiosità di saperne di più, la seconda parte del libro ripercorre, con taglio più serio e giornalistico, le vicissitudini reali del castello, dalla nascita all’attuale decadenza anche attraverso le testimonianze di chi nel castello ha veramente vissuto.
Da dicembre 2011 si potranno seguire le imprese di Sforzotto e Gevanello e la sorte di Cusaghino su www.castellifratelli.it
Simona Borgatti
Castelli fratelli
idea e illustrazioni di Andrea Pellicani
postfazione di Alberto Figliolia
Edizioni La Memoria del Mondo, Magenta, pagg. 112
Il libro sarà disponibile presso “La Memoria del Mondo”, galleria dei portici 5, Magenta, tel. 02 97295105 e nelle migliori librerie.
Per contatti: simgatti@tiscali.it / info@memoriadelmondo.it
Simona Borgatti, docente di scuola primaria, dal 2005 alterna al lavoro scolastico la passione per la scrittura collaborando con due giornali locali del sud-ovest milanese. Dal gennaio 2011 è giornalista pubblicista. Quando suo marito Andrea le disse che i tre castelli avrebbero potuto dialogare, ha pensato fosse un’ottima idea.
Andrea Pellicani, architetto d’interni e designer, tra le altre passioni coltiva da sempre l’amore per il disegno e il fumetto, ambiti dove riesce a esprimere la parte più ludica e giocosa del suo carattere eclettico. Quando sua moglie Simona, per il libro, gli chiese di dar forma e corpo ai personaggi che aveva inventato, non ha potuto rifiutare.