L’oppositore Guillermo Fariñas, Premio Sacharov 2010 del Parlamento Europeo, è in stato di arresto da oltre 20 ore presso una stazione di polizia di Santa Clara, senza che le autorità abbiano formulato capi di imputazione a suo carico. Fariñas è stato fermato martedì scorso mentre si recava dal dissidente Alcides Rivera, ricoverato presso l’ospedale Arnaldo Milián Castro, dopo una crisi provocata dallo sciopero della fame intrapreso il 28 settembre.
«È stato percosso in maniera brutale. Il regime non sa cosa fare di fronte alla possibilità che le proteste civiche diventino più forti e usa il pugno duro per reprimere ogni atto di disobbedienza civile», ha detto a El Nuevo Herald l’attivista Liset Zamora, portavoce di Fariñas. «Siamo molto preoccupati. Fariñas non può comunicare con nessuno e le visite non sono permesse. Sono visibili sul suo volto i segni delle botte ricevute», ha concluso.
L’arresto di Fariñas non è un caso isolato, ma fa parte di una manovra repressiva che il governo cubano sta portando avanti per mettere a tacere la dissidenza. Sono stati arrestati alcuni giorni fa: Jorge Luis García Pérez “Antúnez” e sua moglie Yris Pérez Aguilera, che fanno parte del Frente Nacional de Resistencia Cívica y Desobediencia Civil “Orlando Zapata Tamayo”. Altri quattro dissidenti che erano nelle vicinanze dell’ospedale sono stati portati in una stazione di polizia. Si tratta di Damaris Moya Portieles, Idania Yánez Contreras, Julio Columbié Batista e Yanisbel Valido. Simili arresti immotivati sono stati effettuati a Guantanamo, Palma Soriano, Bayamo e Las Tunas. A Cuba è in atto una repressione senza precedenti contro la dissidenza, caratterizzata da una violazione continua dei diritti umani.
Gordiano Lupi