I cubani potranno comprare e vendere le loro abitazioni, senza l’intervento statale, a partire dal prossimo 10 novembre, anche se dovranno pagare alcune imposte. La notizia è stata diffusa ieri dal quotidiano Granma, organo ufficiale del Partito Comunista e unico mezzo di stampa autorizzato a circolare sull’Isola.
«La misura contribuirà a realizzare una ripartizione volontaria degli spazi abitativi tra le persone», aggiunge il periodico, senza indicare i dettagli della normativa. Secondo il Granma, la Gazzetta Ufficiale pubblicherà quanto prima la Legge 288 e diverse risoluzioni complementari che daranno tutte le indicazioni per regolamentare con precisione la materia. Pare certo che si potrà possedere un immobile come residenza permanente e un altro come abitazione secondaria. Per decenni i cubani hanno sofferto ogni tipo di divieto in tema di compravendita abitativa e si sono specializzati ad aggirare problemi burocratici per disporre legalmente dei loro beni immobili.
Le nuove norme «riconoscono la compravendita, la permuta, la donazione e l’assegnazione - in seguito a divorzio, fallimento e uscita definitiva dal paese da parte del proprietario - di appartamenti, tra cubani domiciliati nel paese e stranieri residenti in maniera permanente sull’Isola», precisa l’articolo del quotidiano. È stata eliminata l’autorizzazione da parte della Direzione Municipale del Settore Abitativo (Vivienda), prima indispensabile per ogni movimento (di solito permute) relativo alle case. Adesso basterà iscrivere l’immobile nel Registro delle Proprietà. Per formalizzare il passaggio di una casa da una persona all’altra sarà necessario un atto notarile e si dovranno pagare alcune imposte non meglio specificate.
Gordiano Lupi