Bizzarro e corrosivo. Cinico e poetico. Graffiante e lunare. Raul Damonte Botana, alias Copi, argentino transfuga in terra francesce e anarcoide, scrittore, fumettista (fu pubblicato da Linus), disegnatore, autore teatrale e uomo di palcoscenico. Il suo teatro en travesti, donne interpretate da uomini, è un trionfale spettacolo d'intelligenza. Echi di Tennesse Williams, Anton Cechov, Samuel Beckett, Pirandello, ma una ricomposizione e una creatività di superba originalità, spiazzante. Una surrealtà che più e meglio di dotte e tronfie analisi sociologiche racconta la realtà. Ladonnaseduta messa in scena al Teatro “Leonardo da Vinci” dal Comteatro, regia di Claudio Orlandini, inchioda, stupisce, meraviglia per il fuoco di fila di dialoghi più che scintillanti, acuminati come il filo di un rasoio (la donna seduta con il topino, la gallina, la lumaca, la farfalla et alii), per le «immagini così estreme, traslucide e al tempo stesso solenni, rivelatrici». Crudo e crudele, non consolatorio. Ridi, più spesso sorridi, non sai se amaro o catartico. La sacralità della sessualità, la dissacrazione del sesso. Copi morì di AIDS e non rinunciò a interpretare un malato di tale sindrome ne La visita inopportuna: la visitatrice, la morte. L'ultimo sberleffo alla vita così bastarda così soave.
«Ladonnaseduta invita a mettersi scomodi nel teatro, nella vita, nel linguaggio, nelle relazioni» racconta il regista. «Sto nelle sue confusioni, nelle sue contraddizioni, nelle sue pause, fatte per riflettere sulla oscenità della condizione umana».
Irripetibile Copi.
Alberto Figliolia
Ladonnaseduta, da Copi. Adattamento drammaturgico di Claudio Orlandini, con Umberto Banti, Marco Oliva, Michele Clementelli. Sino al 30 ottobre; date e orari: 20:45, domenica ore 16. Teatro Leonardo da Vinci, via Ampère 1, angolo Piazza Leonardo da Vinci, Milano (MM2 Piola)