Regia: Yoshimitsu Banno. Interpreti: Akira Yamauchi, Hiroyuki Kawase, Toshie Kimura, Keiko Mari, Toshio Shiba, Yukihiko Gondo. Titolo originale giapponese: Gojira tai Hedora.
Godzilla furia di mostri (1971) è l’undicesimo capitolo della serie Godzilla e giunge subito dopo l’inedito Gojira, Minira, Gabara - Oru Kaiju Daishigeki (1969), girato dal grande Ishiro Honda, ma mai uscito in Italia. Il creatore storico degli effetti speciali di Godzilla, Tsuburaya, muore nel 1970 e non è facilmente sostituibile. Il produttore esecutivo della Toho, Tomoyuki Tanaka, affida la regia a un autore dal taglio innovativo e sperimentale, ma poco esperto del genere fantascientifico come Yoshimitsu Banno. Godzilla furia di mostri ci presenta ancora il Godzilla buono e un po’ comico che tanto affascina i ragazzini degli anni Settanta, scatenando folle in delirio e applausi a scena aperta durante le lotte contro il cattivo di turno. Niente stop motion, come da tradizione un attore indossa il mascherone di Godzilla, si muove a tempo di musica, invita il nemico alla rissa con buffi gesti, lancia fiamme dalle fauci, emette grida acute come un rettile preistorico. Godzilla è un drago buono, amico dei bambini, votato a difendere il mondo e a tutelare i deboli. In questo film viene chiamato dal figlio di uno scienziato che sembra in collegamento telepatico con il rettile preistorico, per difendere l’umanità da un orribile mostro melmoso. Il messaggio ecologico è la cosa migliore di una pellicola didascalica e macchinosa che si rivolge a un pubblico di bambini. L’uomo distrugge il mondo con scarichi incontrollati, avvelena il mare e rende l’aria irrespirabile. Il mostro - che si fa chiamare Hidrix - si ciba delle scorie industriali, cresce a vista d’occhio aspirando i fumi dalle ciminiere, si ciba di acque putride e melmose. Hidrix diventa sempre più forte, corrode la pelle umana grazie a folate acide, trasforma le carni in poltiglia e riduce gli esseri viventi a povere ossa frantumate. Il mostro può volare e assume le sembianze pestilenziali di un oggetto putrido, come un immenso blob che lancia palle roventi di materiale velenoso. Da notare che in questo film anche Godzilla vola - non l’aveva mai fatto! - grazie al getto di fuoco che emana dalla bocca e funge da insolito propulsore. Molto lente e ripetitive le lunghe scene di lotta tra Godzilla e Hidrix, che non sono la cosa migliore della pellicola, ma sono fondamentali per un pubblico di ragazzini.
Godzilla furia di mostri è un film insolito, a tratti sperimentale, girato con un mix di cartoni animati e cinema, pessimista nei contenuti, intriso di musiche psichedeliche e di cultura pop tipica del periodo storico. Vediamo giovani figli dei fiori protestare contro l’inquinamento, ragazzini che ballano in discoteca, tra immagini deformate e canzoni dalle sonorità sessantottine. Non è certo un lavoro nel solco della tradizione della serie Godzilla, perché unisce elementi didattici a puro divertimento, ma è considerato uno dei film migliori con protagonista il mostro preistorico. Non mancano momenti di ridicolo involontario e di comicità strampalata, ma c’è anche una storia interessante che si segue con piacere. Godzilla si conferma icona pop di una generazione che vive la guerra fredda e la divisione del mondo in due blocchi, mostro buono, docile e amico dei bambini, ormai dimentico dei suoi trascorsi truci e vendicativi. I bambini di tutto il mondo sognano con quel mostro dal grido ancestrale, dotato di un alito di fuoco, che spinge all’identificazione e anticipa l’arrivo dei manga che segnerà gli anni Ottanta fino ai nostri giorni.
Gordiano Lupi