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Viaggio a IL CAIRO 
Le impressioni di Mina, giovane egiziano
29 Luglio 2006
 

Sono stata a Il Cairo durante l’ultimo soggiorno a Sharm El Sheik, lo scorso inverno. Da questa rinomata città balnerare è possibile raggiungere la capitale egiziana in aereo o in pullman. Con l’autobus, se s’intende arrivare a destinazione in mattinata, occorre partire durante le prime ore della notte. Un viaggio estenuante, risalendo la costa della penisola del Sinai fino a Suez. Dopo l’attraversamento del Canale artificiale lungo 163 km che collega il Mar Mediterraneo al Mar Rosso, mediante un tunnel sotto l’acqua, si scende per almeno 100 km prima di giungere a destinazione.

Il Cairo, con più di 18 milioni di abitanti, è la più popolosa città africana e rappresenta un punto di riferimento culturale e morale per tutto l’Islam. È anche la capitale amministrativa ed economica dell’intero Paese e costituisce un'irresistibile attrazione per la popolazione egiziana e per il turismo (e gli investimenti) dall'estero. È una città estremamente ricca di vestigia islamiche, splendida la Moschea d’Alabastro di Mohamed d’Alì e poi il bazar e il Khan el-Khalili, uno dei mercati più antichi di tutto l’Oriente. Il giro turistico prevede in genere una sosta alla cittadella di Mohamed Alì e all’importantissimo Museo Egizio, sorto nel 1857 che ospita la più completa collezione di reperti archeologici dell'Antico Egitto del mondo. Questi ritrovamenti sono disposti su due piani, al primo si possono ammirare pezzi monumentali e statue gigantesche risalenti all’Antico Regno. Di grande interesse è il “Tesoro di Thutankhamon”, il giovane faraone morto in circostanze misteriose. Il pezzo più prezioso è la sua “maschera d’oro”, ma notevole fascino suscitano anche un sarcofago d’oro massiccio, il trono e un gran numero di gioielli. È d’obbligo anche la visita alla città faraonica con le tre piramidi e la Sfinge, situate a circa 12 km a su-ovest del Cairo, diventate un po’ il simbolo dell’Egitto. La piramide di Cheope, ritenuta una delle sette meraviglie del mondo, è la più imponente e antica, ed è considerata perfetta sotto il profilo architettonico; risale al 2500 a.C. circa ed era originariamente alta 146 metri, mentre oggi è solo 137 metri. La piramide di Chefren, figlio di Cheope, è alta circa 136 metri ed è la meglio conservata, in quanto presenta ancora parte del rivestimento esterno. Infine la piramide di Micerino, figlio di Cheren, è la più piccola (63 metri) ed anche la più recente . A completamento della necropoli troviamo poco più avanti la Sfinge, figura enigmatica con testa umana e corpo leonino, alta circa 20 m e lunga 57. Venne edificata nel III millennio a.C. per volere del faraone Chefren, di cui probabilmente è un ritratto idealizzato. Nell'Antico Egitto la sfinge era simbolo della regalità.

Percorrendo la città e alzando gli occhi al cielo è facile notare una densa miscela di inquinamento e umidità. Il Cairo ha subito negli anni uno sviluppo significativo, con processi intensi di urbanizzazione e crescita demografica. Stonano nel tragitto da Il Cario verso le Piramidi i km e km di edifici non ancora ultimati ma già densamente occupati. Si notano stracci che penzolano dai davanzali e un brulicare di persone che anima quell’interminabile ammasso di cemento. Forse gli abitanti di quella zona sono ancora i più fortunati rispetto agli “invisibili” che dimorano nella città dei morti, ovvero nel cimitero.

*** *** ***

Ho conosciuto Mina per caso. Mi è sembrata una persona interessante da intervistare. Nonostante la sua giovane età ha molte cose da dire sulla vita del suo Paese. Ho pensato quindi di cogliere questa opportunità e di proporgli una breve intervista.


«Io sono Mina, ho 16 anni, frequento il Don bosco del Cairo. È un Istituto scolastico italiano, nel quale studiano insieme alunni di religioni diverse, dove è consolidata la presenza di luoghi di preghiera (cristiana e mussulmana) e la padronanza della lingua italiana è l’elemento unificante per tutti gli studenti. I programmi prevedono lo studio della cultura italiana e araba. I diplomi che vengono conseguiti nel professionale industriale sono: operatore meccanico ed elettrico.

«Io prima di frequentare una scuola superiore italiana, ero in una scuola francese. Secondo me il nostro sistema d'educazione è brutto perché consiste nello studiare a memoria senza capire e così si esce da scuola senza nessun livello di cultura o di educazione. Nella scuola egiziana non ci sono esami intermedi come nella scuola italiana, ma si fanno solo due esami, uno a metà e uno a fine anno scolastico. Solo due esami per determinare il livello e il futuro di un allievo, invece alla scuola italiana faccio centinaia di esami ogni anno. Un altro problema molto grave a mio avviso sono le lezioni private. Tutti i ragazzi senza eccezioni prendono lezioni private, anch'io ne prendevo quando ero alla scuola media. Questo accade perché gli insegnanti non spiegano bene in classe, naturalmente per guadagnare di più dalle lezioni private. Questo problema il governo egiziano non l’ha ancora risolto.

«Due giorni fa, ho letto sul giornale egiziano che una studentessa all'esame di liceo nel tema ha parlato della corruzione politica esistente adesso in Egitto ed è stata punita bocciandola in tutte le materie, e deve ripetere l'anno. Allora mi chiedo, dov'è la democrazia di cui parlano ogni giorno nel Parlamento?!

«La mia giornata inizia alle sette del mattino quando mi sveglio. Faccio colazione e vado subito a scuola. Dopo 7 ore di studio di materie scientifiche, alle 15 torno a casa. Dopo il pranzo rimango al computer fino al tramonto, poi comincio a studiare e a fare i compiti. Vado a letto quasi sempre tardi. La mia giornata in vacanza non è molto diversa: non esco tanto, preferisco rimanere a leggere o a giocare con il computer. Il tipo di divertimento più diffuso qui al Cairo è il cinema, e il camminare sulla riviera del Nilo, questo per i giovani poveri e di media classe; quelli del hight class spesso vanno in discoteche o in club molto lussuosi.

«In Egitto abitano quasi 73 milioni di abitanti, e ancora crescono velocemente: solo nella città del Cairo vive l’11% della popolazione del Paese. Il 97% del popolo egiziano occupa il 4% dello spazio dell'Egitto, tale perché abbiamo enorme deserto. (…)

«La politica qui non è democratica o meglio finge di esserlo. Il governo precedente ha commesso un gravissimo errore economico, per cui è salito il dollaro rispetto alla lira egiziana (da 3 a 7 lire) e naturalmente è salito anche il prezzo dell'oro e dei cibi e di tutte le cose.

«Noi tutti amiamo l’Egitto, ma odiamo il sistema politico che controlla il Paese. Odiamo le bugie che dicono ogni giorno nella tv o sulle pagine dei giornali. Ancora ci sono tanti problemi, il razzismo che riguarda la religione, le cose che vengono diffuse dai media per chiudere il cervello dell'uomo egiziano… In futuro credo di dover andare all'esterno come hanno fatto tanti egiziani cercando un'occasione per vivere meglio. Credo che se Ahmed Zewail (insignito del premio Nobel per la chimica, nel 1999, per gli studi degli stati di transizione di una reazione chimica con l'uso della spettroscopia) fosse rimasto qui in Egitto, non avrebbe potuto inventare niente».

 

Paola Mara De Maestri


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