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Sergio Caivano. La battaglia di Mello (1° ottobre 1944)
07 Ottobre 2011
 

Domenica scorsa, 2 ottobre, si è svolta a Mello l'annuale cerimonia di commemorazione dei partigiani caduti nella “Battaglia di Mello” del 1° ottobre 1944.

Presenti varie associazioni partigiane con le loro delegazioni e i vessilli, anche da fuori provincia, numerosi cittadini, i sindaci di Mello, Buglio in Monte, Cino e Traona; rappresentanti della Comunità montana e del Consiglio provinciale, la banda cittadina. Dopo la Messa di suffragio hanno preso la parola il vice presidente dell'Anpi di Sondrio Paolo Sironi, il sindaco di Mello Fabrizio Bonetti, il vice presidente della Comunità montana di Morbegno Franco Della Mina, il presidente del Consiglio provinciale Pier Paolo Frate. Un breve ma commovente intervento del presidente onorario dell'ANPI di Sondrio Cesare Marelli (Tom), a suo tempo comandante partigiano della “Brigata Stelvio”, ha chiuso la cerimonia. Una delegazione composta dal Sindaco di Mello, dalla partigiana Rachele Brenna, dal presidente provinciale ANPI Sergio Caivano, da Paolo Sironi ed Egidio Melè ha deposto un omaggio floreale presso il tempietto di S. Antonio.

Di seguito proponiamo uno stralcio del resoconto storico della battaglia contenuto nel libro Resistenza e Liberazione nelle nostre Valli. (ANPI Sondrio)

 

 

La battaglia di Mello

 

Il movimento partigiano valtellinese attraversa un momento di difficoltà dovuto al blocco delle truppe alleate al di sotto della linea gotica. Più che portare attacchi, è costretto a difendersi o addirittura a ripiegare. La battaglia di Mello, per essere ben compresa e valutata, s’inserisce in questo quadro. Per la prima volta il paese conosce tutti gli effetti e tutte le conseguenze di un pesante attacco. Il 1° ottobre 1944 lo scontro si fa subito duro, aspro e drammatico. Consistenti forze fasciste, valutabili attorno alle duecento unità, provenienti in parte da Ardenno e in parte da Cino e Cercino, si scontrano con un più contenuto gruppo di partigiani della 40ª Brigata Matteotti e della 90ª Brigata Zampiero, deciso a battersi. La lotta, violenta ed acre, si frammenta in una serie di scontri ravvicinati che si tengono in località spesso distanti tra loro e che interessano complessivamente una vasta area del Comune. Riesce difficile decifrare l’andamento della battaglia a causa del notevole frastagliamento degli scontri, che presentano andamenti difformi e variabili da un momento all’altro. La dinamica del combattimento lo rende a lungo incerto. Fa già buio, ma la lotta si protrae ancora. Nonostante i successivi apporti di uomini e mezzi, i fascisti, attorno alle ore venti, decidono di ritirarsi, e caricano su tre camion i morti ed i feriti. L’abitato, naturalmente, viene dato alle fiamme. Nel corso del combattimento i partigiani rivelano purtroppo notevoli ingenuità strategiche, e debbono registrare diverse perdite, seppur più contenute.

Ma è solo a tarda sera che si possono contare i morti, purtroppo numerosi, cercandoli tra i boschi e tra le pietre, e finalmente curare i feriti. Tra le vittime di quell’infausto giorno vanno registrati anche diversi civili di Mello, a significare il loro sacrificio diretto alla salvaguardia del paese. L’abitato in parte resta distrutto, in parte incendiato e bruciato in uno scontro che si rivela tra i più duri e violenti verificatisi in Valtellina. Quei valorosi partigiani che hanno difeso il loro presidio di Poira e, assieme, anche il paese, e quei civili che hanno offerto le loro giovani vite per opporsi all’oppressione e alla tirannia nazifascista, sono ancor oggi ricordati ed additati ad esempio da tutti i cittadini.

Al “Tempietto” di S. Antonio, appena sopra al paese, sono riportati i nomi dei partigiani caduti, appartenenti alla 40ª Brigata Matteotti ed alla 90ª brigata “Zampiero”. Ricordiamoli: Grandi Enrico (Bafed), Ronconi Renato (Nato), Iori Enrico (Nino), Batolani Arcangelo (Lazio), Fornè Annuzzio (Guerna), Croce Pierino (Rino), Alberti Rocca, Braccesco Vittorio, Contessa Lorenzo, Scamoni Achille, Saligari Ventura, Barolo Abbondio, Ghislanzoni Franco, Pedranzini Felice, Silvetti Isidoro, Panera Pietro, Masotta Bruno, Della Nave Igino, Tarabini Nico, Caccini Tersilio.


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