I saldi estivi non hanno più lo stesso mordente del passato, ma attirano ancora l’interesse dei clienti. È vero che, nel nostro contesto montano, non esercitano la stessa attrattiva delle vendite di fine inverno, ma comunque possono aiutare a risollevare un po’ il bilancio aziendale, specie dopo una primavera penalizzata dal permanere delle temperature fredde.
Tuttavia sull’inizio dei saldi estivi, coinciso quest’anno con il primo giorno di luglio (la durata è sempre di sessanta giorni), non tutti i pareri sono unanimi: c’è chi tra i commercianti si dichiara abbastanza soddisfatto e chi parla di una partenza al rallentatore. Tutti unanimi, invece, nel considerare le vendite complessive di luglio generalmente in linea con i risultati dell’anno passato.
è quanto emerge da un primo bilancio stilato dall’Unione del Commercio, del Turismo e dei Servizi sulla base di un’indagine condotta tra i commercianti associati della provincia di Sondrio in coincidenza con la fine di luglio.
Dunque, nessuna grande corsa ai saldi estivi anche se per il mese di agosto, con il prevedibile aumento dei turisti nelle nostre stazioni, i commercianti contano su un incremento delle vendite. Va però osservato che la bella stagione nelle nostre località montane è breve e che, tra i convalligiani, il consumatore medio tende a risparmiare sull’estivo, specialmente dopo una primavera poco mite.
Proprio il fattore climatico è all’origine delle lamentele da parte degli esercenti. La maggior parte chiede con insistenza di rivedere il meccanismo delle vendite di fine stagione sia in estate sia in inverno. Le date troppo anticipate dei saldi – proprio quando in montagna cominciano ad arrivare rispettivamente le temperature calde e la neve – compromettono, a detta dei più, le vendite di un’intera stagione.
Creano infatti un’attesa che blocca gli acquisti nelle due settimane antecedenti all’inizio degli sconti, costringendo i commercianti a concentrare buona parte dei volumi di vendita nel periodo dello shopping conveniente, con conseguente minor guadagno aziendale. Dunque, meglio pensare a un posticipo di almeno quindici giorni oppure – è questa l’idea che comincia a prendere piede con sempre maggiore insistenza – puntare su un cambiamento all’insegna della liberalizzazione, cosa che “consentirebbe a ciascuno di proporre gli sconti in base alle esigenze della propria azienda”.
Intanto, il permanere della difficile congiuntura economica induce i consumatori ad essere più prudenti negli acquisti anche nel periodo dei saldi. L’iniziativa “Saldi chiari” - riproposta in provincia anche questa estate dai Gruppi Dettaglianti Tessili-Abbigliamento, Calzature e Articoli Sportivi dell’Unione Cts – permette ai clienti di fare acquisti con tranquillità, in quanto attesta la serietà dei negozi che aderiscono all’operazione.
Difficile fare previsioni per i prossimi mesi. L’allarme sui conti pubblici e i continui annunci sui rincari d’autunno non creano i presupposti per il rilancio dei consumi, mentre l’intero settore del commercio resta in attesa di conoscere gli effetti del nuovo “decreto Bersani”.
Beatrice Martinelli