“Chávez, Evo e Obama” è il titolo della Riflessione comparsa lunedì 26 settembre su Granma, il quotidiano ufficiale del Partito Comunista, e altri media telematici governativi. Fidel sembra voler dire al mondo che è ancora in ottima forma, perché scrive un lungo articolo elogiativo di Evo Morales e di Hugo Chávez (definito un convalescente in lotta per un pieno recupero) che ha lo scopo di demolire le opinioni espresse da Barack Obama davanti alle Nazioni Unite. Il discorso del Presidente statunitense è riportato passo per passo e annotato dall'ex statista cubano con il metodo della glossa, che sempre gli è stato caro.
Fidel definisce il discorso di Obama come «un monumento storico al cinismo», attacca gli USA e l'Unione Europea per «il mostruoso crimine e il genocidio praticato in Libia» e avverte che «l'aggressività nordamericana potrebbe provocare un massacro ancor più spaventoso in Siria». Castro critica la politica USA e israeliana nei confronti dei palestinesi e li accusa di aver fomentato sempre violenza e terrorismo.
Yoani Sánchez ha commentato: «Caro Fidel, ho nostalgia di quando tacevi».
Gordiano Lupi