Radicali Sondrio e Associazione Avanti Diritto chiedono, ove già non fosse prevista, l'estensione alla sezione fallimentare della verifica ispettiva in corso al Tribunale di Sondrio
Eccellentissimo signor Ministro,
I senatori Perduca e Poretti (Radicali - PD), in occasione delle cause promosse dal Dr Marco Cottica e dal Giudice Dr Fabrizio Fanfarillo (rispettivamente Curatore e Giudice Delegato dei Fallimenti della Società Gianoncelli Franco, Peppino e Bruno s.n.c. e dei soci in proprio) nei confronti de ‘l Gazetin, giornale indipendente della provincia di Sondrio, hanno presentato due interrogazioni al Senato (atto n. 4-03061 e atto 4-0490). Interrogazione di analogo contenuto (atto n. 4/09444) è stata presentata alla Camera da tutti i deputati della delegazione radicale del gruppo PD.
Con tutte e tre le interrogazioni parlamentari è stato chiesto al Ministro della Giustizia interrogato di valutare l’opportunità di promuovere un'attività ispettiva in ordine alle vicende di cui ‘l Gazetin aveva dato ampio resoconto.
L’Ispezione Ministeriale in ordine alle vicende che hanno coinvolto la famiglia Gianoncelli era stata chiesta anche con un articolo pubblicato su ‘l Gazetin dello scorso mese di luglio da un aderente dell’Associazione “Avanti Diritto in memoria di Giovanni Grignano”.
IERI
Non è la prima volta che il Partito Radicale si occupa di mala giustizia connessa alla gestione dei fallimenti.
Il 19 gen. 1987 i Radicali di Sondrio pubblicavano sul foglio Progetto Radicale il certificato storico di residenza dell’allora Presidente del Tribunale di Sondrio Luigi Minotta, che risultava residente per quasi 19 anni presso il Tribunale stesso e per i successivi 10 anni presso lo studio dell’amico commercialista e curatore fallimentare Alberto Necchi, in quel periodo finito in disgrazia e in carcere.
Di lì a poco il Presidente del Tribunale, indagato per interesse privato in atti d’ufficio, rassegnò le proprie dimissioni dalla magistratura.
Giovanni Grignano alla cui memoria è dedicata l’Associazione “Avanti Diritto” era socio amministratore della Società ISAV, il cui fallimento aveva fatto molto scalpore. Per tali vicende furono denunciati magistrati, curatori, periti, banchieri e avvocati per reati di associazione a delinquere, abuso d’ufficio, omissioni di atti d’ufficio, omessa denuncia, corruzione, favoreggiamento personale e reale, truffa aggravata, falsa perizia.
I relativi procedimenti vennero nascosti in una soffitta del Tribunale di Brescia dove vi rimasero per anni fino a quando con perquisizione vennero recuperati i procedimenti penali occultati (assieme alle 38 pratiche attinenti l’ISAV sono stati rinvenuti altri 20.000 fascicoli); l’unico a pagare parrebbe essere stato un cancelliere del Tribunale di Brescia.
OGGI
Sono passati molti anni ma i fallimenti sono rimasti una piaga sociale: le aziende vengono chiuse, i dipendenti licenziati, i costi di procedura lievitano a dismisura, i creditori, di regola, non vengono soddisfatti dei loro crediti se non per importi esigui.
I Radicali di Sondrio, a distanza di anni, si stanno nuovamente occupando della gestione dei fallimenti. Per ora delle vicende che vedono coinvolta la famiglia Gianoncelli al gran completo.
Si tratta di vicende intricate e complesse, che durano da quasi quattordici anni, che hanno visto persone estranee al fallimento (Moretti Lina e i di lei eredi Gianoncelli Giorgio, Marinella, Patrizia e Diletto) finire nel meccanismo infernale delle procedure giudiziarie, sfuggite al controllo degli organi preposti.
Radicali Sondrio e Associazione Avanti Diritto hanno promosso, in data 13 sett. 2010, una manifestazione in occasione del dramma di Patrizia Gianoncelli, estranea ai fallimenti Gianoncelli, alla quale il curatore Dr Marco Cottica, a fronte di spese legali cui sono stati condannati in solido gli eredi di Moretti Lina (madre dei falliti Gianoncelli Franco, Peppino e Bruno) con due sentenze tuttora non passate in giudicato, ha pignorato e svenduto l’appartamento, il cui ricavato (€ 70.500) non è stato sufficiente a pagare le parcelle liquidate a favore del difensore avv. Nicola Marchi (€ 85.313). In quel giorno, l’Ufficiale Giudiziario si è recato presso l’appartamento di Patrizia Gianoncelli per immettere nel possesso l’acquirente dell’immobile.
Patrizia perdeva, così, la propria dimora, ma le risorse destinate ai creditori, eccezione fatta per un’esigua somma (Lit. 70 milioni, pari a € 36.151) distribuita nel mese di marzo del 1999, sono state utilizzate per pagare spese di procedura, prime fra tutte le esorbitanti spese legali inerenti l’indebita promozione di cause nei confronti di soggetti (Lina Moretti e i di lei eredi) che nulla hanno a che vedere con i fallimenti.
Il Comitato dei Creditori, organo preposto alla vigilanza sulla procedura nell’interesse dei creditori (unico motivo per cui i fallimenti vengono dichiarati), sebbene ripetutamente sollecitato da creditori privilegiati a intervenire per porre rimedio ai danni loro derivanti dalla gestione difforme da quella prevista dal dettato normativo, è sempre rimasto inerte.
DOMANDE SENZA RISPOSTE
Radicali Sondrio e Associazione Avanti Diritto, in occasione della manifestazione svoltasi il 13 sett. 2010, hanno consegnato una lettera aperta al Procuratore della Repubblica di Sondrio e al Presidente del Tribunale chiedendo a ciascuno di loro di intervenire per quanto di competenza e ponendo le seguenti legittime domande sulle modalità di gestione dei fallimenti Gianoncelli:
1) Perché è stato consentito agli organi della procedura di invadere la sfera patrimoniale di soggetti estranei al fallimento?
2) Come mai il curatore fallimentare non si è avvalso del gratuito patrocinio dello Stato?
3) Perché dal marzo 1999, nonostante gli obblighi di legge, non è più stato approvato alcun prospetto delle somme disponibili né alcun piano di riparto e ciò nonostante le risorse destinate ai creditori siano state utilizzate per pagamenti al curatore, a consulenti e a legali?
4) Per quale motivo le somme pervenute al fallimento in forza di sentenze solo provvisoriamente esecutive non sono state accantonate in apposito fondo, come espressamente previsto dalla legge fallimentare?
5) Perché, esaurite le risorse, il curatore è stato autorizzato a contrarre un prestito di 25.000 €?
6) Qual è la ragione per cui è stata evitata la compensazione delle spese legali liquidate in solido a carico degli eredi con i crediti privilegiati di primo grado che due di essi vantano nei confronti del fallimento?
7) Perché l'appartamento di Patrizia Gianoncelli non è stato iscritto nell'inventario dei beni acquisiti alla massa del fallimento e la relativa vendita non è avvenuta all'interno della procedura, peraltro rifiutando il rilancio del prezzo di vendita in misura superiore di almeno 1/5 rispetto a quello di aggiudicazione?
8) Quale interesse ha indotto il curatore a costituirsi nella causa di opposizione promossa da Patrizia Gianoncelli contro il decreto di aggiudicazione dell'appartamento, opponendosi persino alla richiesta di sospensione del rilascio dell'immobile?
9) Per ultimo, come si concilia il danno derivante dalla vendita dell'appartamento in questione con l'interesse dei creditori del fallimento dal momento che il ricavato non a loro è destinato?
Non è seguita alcuna risposta né, a quanto ci consta, vi è stato alcun intervento per tamponare o porre rimedio alla situazione, se non il fatto che il Presidente del Tribunale, allorché il Ministro della Giustizia ha chiesto chiarimenti in relazione alle interrogazioni presentate dai parlamentari radicali, ha promosso, senza prendere posizione nei confronti degli organi della procedura, una riunione a scopo conciliativo, proponendo agli eredi di Lina Moretti di abbandonare le vertenze, impegnandosi personalmente a stipulare un ipotetico accordo con il comitato dei creditori.
Sono state presentate molteplici denunce alla Procura della Repubblica di Sondrio in relazione alle vicende dei fallimenti Gianoncelli, le quali si trovano tuttora su un binario morto.
SENTENZE COPIATE
L’ultima sentenza del Tribunale di Sondrio in ordine di tempo (n. 118/2011) ha messo a nudo una, non sappiamo se abituale ma prima mai trapelata all’esterno degli ambienti giudiziari, circostanza curiosa: il Giudice, Dr Pietro Paci, ha stilato la propria sentenza copiando letteralmente il contenuto dagli scritti difensivi dell'avvocato della parte da egli ritenuta vittoriosa.
La sentenza n. 118/2011 ha oltrepassato ogni limite, in quanto, oltre a essere stata copiata (persino in taluni errori materiali) dalla comparsa conclusionale dell’Avv. Nicola Marchi, legale della curatela nella causa in opposizione a precetto promossa da Marinella Gianoncelli, anch’ella estranea ai fallimenti, è stata pubblicata il 12 aprile 2011, in un periodo in cui il Giudice Dr Pietro Paci era assente dal servizio da circa due mesi (a tutt’oggi non rientrato). Il mensile ‘l Gazetin ha dedicato un articolo alla vicenda (edizione giugno 2011), disponibile anche in versione on line (Tellusfolio.it > Diario di bordo, 16 agosto 2011) con accesso ai due documenti e relativa tabella di comparazione.
SPESE LEGALI ESORBITANTI E BRICIOLE AI CREDITORI
Le spese legali a favore dell’Avv. Nicola Marchi, per la vicenda collegata a due sentenze non ancora passate in giudicato e alle opposizioni a esse inerenti e conseguenti, hanno raggiunto a tutt’oggi l’esorbitante importo di € 111.324,35 di cui € 85.313,78 posti in capo a Patrizia Gianoncelli ed € 26.010,57 (oltre accessori) posti in capo a Marinella Gianoncelli.
Il Curatore non ha invece chiesto il pagamento delle somme liquidate con le predette sentenze a Giorgio e Diletto Gianoncelli, creditori privilegiati di primo grado dei fallimenti, per evitare di dover effettuare la compensazione dei debiti, posti a loro carico in via solidale, con i crediti insinuati nel passivo dei fallimenti.
Sembra che di questa faccenda non si debba parlare: chi lo ha fatto nel corso degli anni, denunciando le anomalie della gestione del fallimento e di chi ne ha autorizzato l'operato, ha dovuto subire la dura reazione degli interessati, tanto da superare ogni limite con la richiesta di sequestro della documentazione sul caso disponibile on line, a seguito della quale sono state presentate le interrogazioni da parte dei parlamentari radicali.
INTERVENGA IL MINISTRO
Di istanze nelle sedi appropriate ne sono state presentate sinora in abbondanza, ma inutilmente: per questo crediamo sia doveroso coinvolgere nella vicenda il Ministro della Giustizia, preposto al controllo sugli organi della procedura, dal momento che i medesimi agiscono in nome e per conto dello Stato.
Abbiamo appreso dalla stampa locale che in questi giorni è in corso un’ispezione ministeriale presso il Tribunale di Sondrio.
Non sappiamo se agli ispettori siano demandati i controlli auspicati dai parlamentari radicali, ma se così non fosse cogliamo l’occasione della presenza degli ispettori per chiedere a gran voce, in nome della giustizia che tanto ci sta a cuore, che l’eccellentissimo signor Ministro voglia autorizzare l’estensione della verifica anche alle predette circostanze.
Copia della presente lettera aperta viene inviata al Presidente della Repubblica, nella sua qualità di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, e agli Ispettori attualmente in missione presso il Tribunale di Sondrio.
Con osservanza
Sondrio, 21 settembre 2011
RADICALI SONDRIO
Associazione AVANTI DIRITTO