Fabrizio Silei
L’autobus di Rosa
illustrazioni Maurizio A.C. Quarello
Orecchio acerbo, pagg. 40 a colori, € 15,00
Rosa. Rosa Parks. La sua storia non è conosciuta quanto dovrebbe, quindi benvenuta ogni occasione che permetta di parlare di lei. Sopra tutto ai ragazzi. Ma Fabrizio Silei e Maurizio A. C. Quarello hanno fatto di più. Alla storia di Rosa hanno affiancato quella, inventata ma assolutamente verosimile, di un anonimo protagonista di quella lotta contro la discriminazione razziale. Dapprima non solo titubante ma ostile, in ogni modo cerca di convincere Rosa a desistere. Poi le ragioni e il diffondersi della protesta indurranno lui -e come lui migliaia e migliaia di persone- a superare paure, ansie, incertezze e, divenendone protagonisti, a dare al movimento quella forza che lo porterà al successo. Trascorsi gli anni, di quella vicenda quell’anonimo protagonista vuole parlare al nipote. Senza nascondere, anzi sottolineandolo, il ruolo meschino e pavido che lui ebbe in quell’evento che sarebbe passato alla storia.
Detroit. Henry Ford Museum. Mattino inoltrato. Su di un autobus d’altri tempi, al centro di un grande salone, sono seduti un vecchio afroamericano e un ragazzino, il nipote. È l’autobus di Rosa Parks, quello sul quale, a Montgomery in Alabama, lei si rifiutò di cedere il posto a un bianco.
La storia il vecchio la conosce bene: su quell’autobus, quel primo dicembre del 1955, c’era anche lui, seduto proprio accanto a Rosa. E comincia a raccontare. Di quando nelle scuole c’erano classi per bianchi e classi per neri; di quando nei locali pubblici, proprio come ai cani, era vietato l’ingresso alle persone di colore e agli ispanici; di quegli uomini incappucciati di bianco che picchiavano, bruciavano, uccidevano.
Il bambino sgrana gli occhi incredulo, il vecchio è commosso. Ma non è tanto il dolore di quei ricordi a bruciargli, quanto la memoria di quel primo dicembre. Di quando non solo non assecondò il rifiuto di Rosa, ma di tutto fece per distoglierla. L’autobus della storia gli era passato accanto e lui non c’era salito.
Fabrizio Silei è nato a Firenze nel 1967. Scrittore di saggi, romanzi e racconti rivolti a bambini e ragazzi, si dichiara “ricercatore di storie e vicende umane”, non riuscendo a dimenticare gli anni passati a lavorare, come sociologo, su identità e memoria. Esperienze che si riversano nei suoi libri. Il negazionismo della Shoah è al centro del romanzo Alice e i Nibelunghi (Salani), l'unico lavoro italiano finalista al Premio Unicef di letteratura per i diritti dell’uomo e del bambino, nel 2008, e nel 2009 vincitore del Premio “Mariele Ventre”, ex aequo con Silvia Roncaglia. Il mondo in disfacimento dei balilla è lo sfondo del suo ultimo romanzo, Bernardo e l'angelo nero (Salani). È anche creatore di magici giochi di carta in forma di libro che gli hanno valso, nel 2007, il Premio speciale per la sperimentazione iconica e la ricerca espressiva; nel 2008 e nel 2009 la menzione speciale a Lucca Junior (“Lucca Comics”) e, sempre nel 2008, la selezione alla Fiera del libro di Torino.
Maurizio A.C. Quarello è nato a Torino nel 1974. Ha avuto numerosi riconoscimenti fra cui il “Premio Nazionale Fiaba Illustrata”, il “Prix de Mèdiateurs Figures Futures” di Montreuil e il “Premio Scarpetta d’oro”. Dopo essersi trasferito a Cesky Krumlov nella Repubblica Ceca, da quest’anno è tornato in Italia, a Macerata, dove vive e lavora. È oggi uno fra gli illustratori più affermati in Europa e ha illustrato moltissimi libri in Spagna e in Francia, dove collabora con le principali case editrici fra cui Milan, Sarbacane e Rouergue. Il suo penultimo libro uscito in Italia è L’albero di Anne di Irène Cohen-Janca, che si è classificato secondo al “Premio Letteratura per Ragazzi Fondazione Cassa di Risparmio di Cento” e si è aggiudicato il Premio “Libro per l'Ambiente” 2011, miglior coerenza grafica-testo. Nel catalogo di Orecchio acerbo, inoltre, Effetti collaterali (2011), Toni Mannaro di Manuela Salvi (2006) e Babau cerca casa (2005), il suo libro di esordio nel mondo della letteratura per l’infanzia.