venerdì 28 luglio, ore 18:30
vernissage
No Proper Time Of Day
personale di Alessandro Lo Monaco
a cura di Riccardo Lisi
la fabbrica, Losone
fino al 13 settembre 2006
www.palindromo.org
La fabbrica, a Losone, propone nuovamente un'esposizione personale che cerca di ampliare lo sguardo su un determinato artista. In questo caso si tratta di Alessandro Lo Monaco, giovane artista svizzero di origine italiana, sinceramente ben più conosciuto dal mondo dell'arte al di fuori del Ticino.
Lo Monaco è un uomo che da anni attraversa intelligentemente vari campi creativi; tra i suoi interessi rilevante è quello per le potenzialità innovative permesse dalle nuove tecnologie, e non solo nell'ambito delle arti visive.
No Proper Time Of Day - titolo di questa personale - è per esempio tratto dal testo d'un brano musicale di una delle principali band del pop elettronico del recente passato, gli Art of Noise. Si tratta di “Opus 4” (1988), brano il cui testo è totalmente non comprensibile, tranne proprio il verso da cui Lo Monaco ha scelto di trarre il titolo. L'unico verso intelleggibile, il solo che traspare da una costruzione sicuramente ambigua: facile è il parallelo con questi lavori di pittura digitale.
Così come per le sue precedenti creazioni/creature, in cui una pelle iperrealista era in realtà totalmente sintetica - ma realizzata senza uso di scanner o di textures predefinite - anche l'accuratezza nei particolari di questi spiazzanti veicoli è totalmente frutto della fantasia di Lo Monaco. Un paragone tra le figure antropomorfe e quelle “meccaniche” è indispensabile per chi sa che la prima opera in cui egli rappresentò un veicolo - un vecchio furgone Volkswagen cui era probabilmente assai affezionato - portava il titolo paradossale Autoritratto.
I suoi antropoidi apparivano portatori di un disagio esistenziale, forse ancor più evidente nell'esser sorpresi dal loro autore in pose anomale - il monitor del mac a mo' di microscopio elettronico ad altissima risoluzione. Il sillogismo è naturale: dunque anche questi veicoli instillano agli spettatori delle loro immagini congelate una torma di dubbi da cui qualcosa può emergere, come da quel brano dell'88.
L'artista in questa serie di lavori forse ci agevola grazie a un gioco di trasparenze, proprio come dal testo di “Opus 4” traspare solo un verso. Ma le posture di alcuni particolari - come le ruote eterosterzate del maggiolone - ci costringono a presupporre l'esistenza di una quarta dimensione, almeno, in una sorta di cubismo digitale che si esprime in forme curvilinee la cui forza estetica è connessa anche a una reale qualità di design. Ma sarebbe un errore considerare quest'artista come una sorta di fashion victim.
Alessandro Lo Monaco ha sfiorato il mondo della moda alla stessa stregua di altri ambiti creativi, traendone ciò che poteva tornar utile alla sua rielaborazione ma senza assolutamente restarne schiavo. E ridurre la sua arte a “modaiola” o “troppo milanese” sarebbe sinceramente falso più che perfido. Lo dimostra un'intervista rilasciata al magazine Caffelatte nel 2002, poco dopo l'inizio della sua attuale fase di ricerca nell'arte digitale. Cito: «I miei “manichini”, come li chiami tu, son pronti a tutto pur di sfuggire al loro destino di anonimi manichini. Noi viviamo in un mondo “dopato”: gli stili di vita, di comportamento e di bellezza imposti dai mass media, da quando mi ricordo, sono vacui e per la maggior parte di noi irrealizzabili». E sicuramente le “carrozzerie” delle sue creature - siano aliene maggiorate dallo sguardo troppo fisso o veicoli iperaccessoriati ma dal percorso destinato a divergere - rispettano canoni di bellezza imposti, ma decisamente falsi e innaturali.
In contemporanea con la personale a la fabbrica, di questo autore è presente un'installazione anche nella collettiva “Kunsthalle?” organizzata dall'Associazione Interazioni presso l'ex stabile Tiscanova a Locarno (via Ballerini 3). In quel caso si tratta di una per nulla velata critica al “nuovo ordine” imposto da un altro mondo ben noto a Lo Monaco, e cioè dagli USA. Anche qui una tematica già da lui affrontata, in particolare nella creatura del “Self Mad e”, tatuatissimo androgino portatore forse di tutte le nevrosi del “cittadino americano medio”. Un insieme impossibile di estremi, e dunque un paradosso immediatamente divenuto un imprescindibile punto di riferimento per un artista da non tralasciare nella scena artistica svizzera, pur muovendosi con modalità ed obiettivi assolutamente personali. O meglio: proprio per questo!
Il sito dell'esposizione “Kunsthalle?” è www.interazioni.ch/programma.html e il testo di presentazione della sola sezione ivi curata da Riccardo Lisi / la fabbrica può esser letto al link: http://lafabbrica.ch/inmostra.asp?id=374.
L'esposizione “Kunsthalle?” si aprirà sabato 29 luglio alle ore 18 e sarà aperta fino al 30 settembre (giorno del finissage), dal mercoledì alla domenica, dalle 16 alle 20.
Arrivederci a Losone e a Locarno!
Riccardo Lisi