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L’ecomostro di Varigotti 
di Mauro Raimondi
08 Settembre 2011
 

È destino, tornare a casa dalle vacanze con l’amaro in bocca. Perché l’Italia sarebbe un paese splendido, se non ci fossero alcuni italiani, con il loro cemento e la loro fame di soldi a ogni costo.

Ne avevamo già scritto due anni fa, raccontando l’assassinio della bella Valsassina a causa delle seconde case. Ne riparliamo, purtroppo, oggi, a proposito di uno dei più bei borghi della Liguria di Ponente: Varigotti. Un paesino tra Noli e Finale, in provincia di Savona, caratterizzato da un mare cristallino e secolari case di pescatori che si affacciano direttamente sulla spiaggia, lunghissima e pure, in parte, libera (fatto incredibile, in Liguria…). Situato in una posizione mozzafiato, con Punta Crena che la chiude a est (con una Torre Saracena che spicca dalla vegetazione) e aspre colline che la cingono a sud, sulle quali si trova l’antica Chiesa di San Lorenzo (facilmente raggiungibile da un comodo sentiero).

Un vero paradiso italiano, insomma. Dove la speculazione edilizia (ricordate il libro di Calvino?) è arrivata, negli anni ’60 e ’70, ma con una certa moderazione, così che il luogo ha conservato parte del suo fascino, al contrario di quello che è accaduto a molte cittadine limitrofe. Nonostante un terribile incendio che qualche anno fa ha spogliato le colline adiacenti, come ci racconta Carlo Lovisolo, socio WWF e fotografo ambientalista che ha documentato tale scempio (per il quale, ovviamente, nessuno ha pagato). Il quale ci confida come siano anni, ormai, che si sta battendo strenuamente per creare un Parco. Perché un luogo come questo, in altri Paesi più civili, sarebbe già tutelato in maniera definitiva e senza possibilità di scappatoie.

Noi, però, viviamo in Italia. E così, quest’estate, ecco arrivare la sorpresa: un palazzo in costruzione appare distintamente sulla collina che si affaccia sul borgo saraceno, il nucleo storico del paese. Ma non una casa qualunque, com’era la precedente villa Baldini che si perdeva nella vegetazione, bensì una sorta di torre che si eleva sempre più e si nota benissimo sia dalla sottostante Aurelia sia dal mare, con un impatto devastante sul paesaggio, come appare chiaramente dalla foto scattata da Carlo Lovisolo.

Un vero ecomostro, che va a deturpare lo skyline del paese occupandone una delle “vette”, alto quasi come la collina a cui si appoggia. Tra l’altro, occupata da resti medievali, così che viene spontaneo chiedersi come sia stato possibile ottenere l’autorizzazione a costruire proprio lì un palazzone simile. Una domanda che abbiamo rivolto alla Soprintendenza (siamo in attesa di un riscontro) e al Sig. Richeri, sindaco di Varigotti, che così ci ha cortesemente risposto: “Si tratta di un intervento di ristrutturazione urbanistica con ampliamento autorizzato dalla Sovraintendenza e dai Beni Ambientali della Regione Liguria, compatibile con le norme del Piano Urbanistico Comunale. L'intervento originario prevedeva anche lo sventramento della collina sottostante con costruzione di oltre 60 box interrati (anche questo autorizzato dagli organi a noi sovraordinati), che siamo riusciti a non far realizzare”.

Già, la famigerata legge sull’ampliamento del 15%: si sa, in Italia tutto viene fatto secondo le norme vigenti. E tutto è in regola, pure l’ecomostro di Varigotti.

In realtà, osservando le foto, appare legittimo il dubbio che la volumetria aumenti molto più del 15%. Marco Piombo, Presidente del WWF Sezione Liguria che abbiamo contattato, ci ha assicurato che vigilerà, pur con la penuria di mezzi e volontari che l’Associazione lamenta. E sono certo che, insieme a Carlo Lovisolo, lo farà senz’altro, vista la loro sincera, ammirevole passione.

Tuttavia è uno scandalo, che si debbano impegnare in questo. Una vergogna, perché altri dovrebbero prevenire questi scempi, impedirli. E perché nessuno dovrebbe avere l’arroganza di proporre progetti simili: che bello sarebbe se, venendo a conoscenza di questo, gli appartamenti dell’ecomostro restassero invenduti.

Ma tutti sappiamo che non andrà in questo modo. E se ciò non bastasse, all’orizzonte di Varigotti si profila un altro, pericoloso progetto, che dietro la definizione di “pista ciclabile” potrebbe contribuire a cementificare ulteriormente questo bel paesino. Nessuno dorma…

A volte ritornano: dopo qualche anno, gli scheletri della devastazione edilizia del boom sono di nuovo tra noi. E danzano macabramente.

Saludi


 
 
 
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