Ieri il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, è tornato a vestire i panni dell’europeista convinto, sostenendo ancora una volta l’idea di istituire gli Eurobond, ovvero un modo per emettere altro debito pubblico ma a livello comunitario, «idea gloriosa e senza alternative» da cui dipende «il destino di questo Continente». Ora, la ritrovata lungimiranza da parte di un esponente del governo è sempre benvenuta, soprattutto se lo stesso ministro dell’Economia, sempre ieri, ha dovuto ammettere di avere commesso errori essendo stato costretto a scrivere la manovra correttiva dei conti pubblici in soli 4 giorni. Il punto è che se l’Europa la si fosse ascoltata, e non soltanto evocata, da tempo il governo avrebbe dovuto approvare quelle riforme per il rilancio dell'economia e di contenimento della spesa pubblica che Bruxelles ci chiede da anni per mettere veramente in sicurezza il nostro bilancio statale.
Non solo: l’Europa, dal vertice di Cernobbio, fa ancora una volta intendere che la battaglia radicale per far pagare anche al Vaticano la manovra, mettendo fine a inutili e ingiusti privilegi fiscali, è tutt’altro che infondata.
Sui grandi giornali, che pure di Cernobbio parlano eccome, non troverete nulla, nemmeno una riga. Allora meglio citare il giornale online Linkiesta: «Su uno dei temi che da sempre scatenano profonde divisioni politiche, e veementi proteste sul web, finito in un emendamento alla manovra in discussione al Senato, cioè l’esenzione Ici sugli immobili ‘non esclusivamente commerciali’ di cui gode il Vaticano», si leggeva ieri nell’articolo del giorno più condiviso dagli utenti su Facebook, «l’Antitrust europea aveva aperto un’indagine il 12 ottobre 2010 su denuncia di Maurizio Turco e Carlo Pontesilli. In proposito, Joaquin Almunia ha dichiarato a Linkiesta: “Al momento l’indagine non è ancora conclusa, e non abbiamo nessuna deadline prefissata”». Come ricorda il giornale online di Jacopo Tondelli & co., «Neelie Kroes, che ha preceduto Almunia, aveva aperto un dossier sul mancato versamento dell’imposta Ici e sull’Ires scontata dal 33 al 16,5 per cento da parte di tutti gli immobili, come alberghi e ostelli gestiti da ordini religiosi, di proprietà della Chiesa. Una situazione, si leggeva nel report di Bruxelles, che “rivela a prima vista un carattere discriminatorio”. L’Italia avrebbe dovuto consegnare entro novembre 2010 prove sufficienti a dimostrare l’insussistenza di queste esenzioni, configurabili invece, come aiuti di Stato e quindi distorsivi del regime di libera concorrenza sancito dai Trattati comunitari. Un mancato gettito che, secondo alcune stime, corrisponderebbe a 2 miliardi di euro».
Chissà se anche su questo punto il ministro dell’Economia – che tanti e scomposti sacrifici sta chiedendo agli italiani – si riscoprirà, almeno per una seconda volta, europeista e lungimirante.
Su questo, come sul resto delle riforme liberali che tutti dicono ora essere necessarie, noi Radicali offriamo consulenze gratuite.
Mario Staderini
(da Notizie Radicali, 6 settembre 2011)