Come dopo un lunghissimo viaggio
estenuata approdo alla mia città distesa.
Un lenzuolo di case
che dallo spicchio del monte s'apre
a ventaglio a raggiera
intonando io la mia canzone
che mi segue ormai da tempo.
Affondo senza sentirne il peso
e la distesa fra i tetti rossi
resta alla fine l'unica cosa vera
fra le tante pensate nel viaggio.
Ho sciupato più di uno spicchio
d'anni nel cammino
ma lo ammetto all'arrivo
il traguardo non è quello figurato.
– Ma non era altro mia cara
guarda indietro fra le tue spine sparse
quale era quella giusta da sanare?
Tutte o forse solo ora
che puoi vedere
appare l'ebbrezza della scelta. –
Elisabetta Santini