A Max Borella piace stupire. Magro come un grissino, sempre con i pantaloni aderenti alla David Lee Roth, altissimo e dinoccolato, è la voce fuori dal coro per antonomasia. Nel 2008 ha pubblicato il romanzo di fantascienza The Wild Side of the Moon per le Edizioni Creativa, ma quando scrive usa i programmi che trasformano la voce in un file testo. Perché fondamentalmente è un musicista. Sopra le righe. Oltre le convenzioni. E quando vuol trascrivere qualcosa si comporta come se stesse facendo un concerto dal vivo. Da vero bedroom rocker.
Anche se la sua casa è il circolo Sud a San Salvario di cui è titolare, autentico ritrovo per i nuovi cantautori cittadini dove si può capitare in una serata qualunque e trovare Luca Morino dai Mau Mau che improvvisa al pianoforte. In più ha il vezzo di coltivare una seconda identità sotto la quale produce i suoi dischi. È uscito da poco il cd di debutto Pubblico Dominio, auto-prodotto con la firma del suo alias: Max Mc Morte. Il genere si potrebbe definire rock retro-futurista. Per capirlo bisogna assistere a un live che è come un set di Dario Argento con capsule di sangue, trucco pesante alla Manson e look alla Led Zeppelin. Il tutto virato in chiave ironica. Come dimostrano le canzoni dissacranti “Voglio andare al DAMS”, “Amore e Moretti”.