Sembra la storia di un romanzo, invece è una meravigliosa realtà che si sviluppa su pagine di terra battuta, nelle zone più rurali della Colombia, dove un Don Chisciotte contemporaneo lotta contro lo spettro dell’ignoranza. Al posto della lancia e dello scudo si è munito di una piccola biblioteca sistemata ai lati della sella della sua asina, Alfa; in mano stringe una lunga valigia (contenente un tavolo pieghevole) su cui ha scritto a caratteri ben visibili “Biblioburro” (biblioteca-asino).
Luis Humberto Soriano Bohorquéz, noto con l’abbreviazione Luis Soriano, è un insegnante coraggioso e intraprendente. Non lo hanno fermato i ladri che, non trovandogli addosso denaro, lo hanno lasciato legato ad un albero; non lo fermano la pioggia, il caldo, le difficili traversate montane e neppure una frattura che si è procurato cadendo dalla sua cavalcatura nel 2008 lo ha fatto desistere dall’ambizioso progetto di alfabetizzare quanti più bambini e adulti possibili.
Ha 38 anni, è di una città chiamata La Gloria, che vuole ammantare di gloria vera, come sostiene in un’intervista, e opera in vari villaggi della contea di Nueva Granada. Si tratta di una zona a tratti impervia, avara e nel recente passato saccheggiata ripetutamente da trafficanti e terroristi, non delle ricchezze, che non ha, ma delle stesse vite, soprattutto giovanissime. Luis Soriano si rivolge proprio a loro, a quelle piccole vite i cui occhi hanno già visto l’indicibile, rimasti orfani, violati, con un destino incerto davanti. Nonostante ciò gli asini sono testardi, si sa, e il maestro ha fatto di questi animali la metafora della sua battaglia. Dopo qualche anno, per il trasporto dei libri ora c’è anche Beto, un altro ciuco che completa il suo alfabeto peregrino.
Appagato solo in parte dal lavoro a scuola, vedendo la difficoltà dei ragazzi sia di arrivarvi da luoghi lontani sia di studiare a casa per mancanza di libri, ha deciso che dovevano essere i libri e la scuola a raggiungerli. E così ha iniziato a percorrere 11 km per volta, per 8 ore di viaggio, due volte a settimana.
Qualcuno è venuto a conoscenza del suo impegno, la voce si è sparsa, sono arrivate le tv a curiosare (CNN, SBS, BBC e altre) e i libri hanno cominciato ad arrivare da ogni parte del mondo. La sua piccola casa è diventata una miniera di migliaia di libri poggiati ovunque. E nel caos, Luis Soriano ha trascorso ore a cercare i testi richiesti o più adatti per le lezioni, sempre attentamente preparate, un’impresa non facile senza scaffali e spazi idonei.
Dal 2000 ad oggi ha potuto realizzare un sogno, oltre quattromila bambini, e spesso anche le loro famiglie, hanno potuto ricevere un’istruzione di base. Per dare ordine ai libri, Luis e la moglie, Diana, si sono rimboccati le maniche e hanno costruito in cinque anni e con le proprie mani un edificio ampio, con zone di lettura e tante librerie, la prima (grande) biblioteca stabile della regione! Un miracolo per tutta la comunità. I testi ora arrivano in dono dalla Norvegia, da New York City e ovunque si venga a conoscenza del biblioburro.
Intervistato dai grandi network del mondo, Luis risponde con concetti chiari e decisi e si fa seguire in alcuni dei suoi viaggi: «Attraverso Biblioburro, stiamo combattendo quella che si definisce l’ignoranza contadina. In un libro possiamo incontrare città, culture, diritti, doveri. Quindi oggi quando istruiamo un bambino con l’uso della biblioteca, gli insegniamo di fatto i suoi diritti, i doveri, e l’impegno. I bambini consapevoli dei diritti, doveri e impegni, sono informati per dire No alla guerra. Stiamo strutturando i colombiani del futuro, tra quindici anni intellettuali colombiani».
Anche i bambini dicono la loro e conoscono perfettamente l’importanza di ricevere istruzione; partono dalle necessità quotidiane, come poter leggere le lettere che i genitori ricevono, e si augurano di poter continuare i gradi più alti della scuola. Luis, con la cultura, prova a cancellare i ricordi bui di tanti di loro. Ciò che manca, anche una biblioteca, dice, si può inventare e il passo alla realtà è breve quando c’è una così grande passione.
Si rende conto che la velocità della globalizzazione rischia di lasciare pericolosamente indietro popolazioni analfabete e ogni gap che viene a crearsi si trasforma, di fatto, in un luogo fisico per avventori della guerra, ogni tipo di guerra. Solo l’istruzione può salvarci, afferma.
Oggi biblioburro è una fondazione (www.fundacionbiblioburro.com) riconosciuta dal governo, ed è diventato anche il soggetto di un documentario che lo ha reso ulteriormente famoso nel mondo. Il regista colombiano Carlos Rendón Zipagauta ha vinto il secondo premio per un lungometraggio dal titolo omonimo alla 25° edizione del prestigioso Festival de Cine Latino de Chicago. Luis Soriano è stato nominato Eroe del 2010 dalla CNN.
Mentre i ragazzi nel ricco (?) Occidente si disaffezionano alla cultura, e se viene loro chiesto qual è l’ultimo libro letto non provano imbarazzo a dire “nessuno” o al massimo Tre metri sopra il cielo (spesso perché lo hanno sentito dire da altri e non perché lo abbiano realmente letto), altrove c’è chi attende con ansia l’arrivo di un asinello carico di libri o un racconta storie come la statunitense Margaret Read (un cognome che è un programma, “leggere”).
In un articolo di Tan Ee Loo (Tan Ee Loo, “Read-ing tales with passion”, August 7, 2011. Bbc.com) di pochi giorni fa, viene spiegata l’avventura di questa donna infaticabile che ha trasformato la passione per i libri e per i racconti in un lavoro vero e proprio e, arrivata a 71 anni, continua a portare un contributo importante, iniziato quarant’anni fa, trasmettendo la cultura orale tradizionale. Se Luis Soriano difende il diritto di alfabetizzazione, il lavoro di Margaret Read in MacDonald (supportato da un dottorato in Folklore) tende a valorizzare uno dei presupposti fondanti della cultura che nasce e si alimenta nell’oralità, trasmessa per secoli e ora a rischio di oblio collettivo. Nel raccontare (metodo usato anche da Luis Soriano) si crea quel contatto prezioso tra chi parla e chi ascolta, si mette in atto una elaborazione delle storie che unisce e rende partecipi. Non si tratta soltanto di trasmettere dei contenuti, comunque una tradizione preziosissima; si mette in atto una comunicazione collettiva, un’empatia socializzante che annulla con una singola azione ignoranza e solitudine. La Read ha portato le sue storie in luoghi lontani, nelle scuole e nelle biblioteche in Tailandia, Brasile, Kenya, Argentina, Filippine, Indonesia, Lussemburgo.
L’inizio di questi continui tour l’hanno vista impegnata in una biblioteca mobile delle Hawaii, dove, all’età di 27 anni, si era trasferita con il marito e dove per diversi anni ha condotto un programma di alfabetizzazione in giro per l’isola guidando con un furgone pieno di libri.
Oggi cerca di coinvolgere genitori e insegnanti, con lo scopo di riportare i racconti fiabeschi e del folklore al ruolo primario che avevano un tempo. Non ci sono tecniche particolari, dice, ognuno deve farlo con i propri mezzi. Una cosa non si deve mai dimenticare, afferma perentoria: quando racconti una storia guardi per tutto il tempo i bambini negli occhi. In questo modo li si rende davvero partecipi fino a farli sentire parte della storia. Possono indovinare dall’espressione del viso di chi narra cosa accadrà. Inoltre le storie contengono sempre valori morali che andrebbero riscoperti.
In un tempo in cui negli States si pubblicano libri di favole brevissime (un minuto al massimo!) da raccontare in fretta ai bambini nella speranza che la pillola per farli addormentare (psicofarmaco) funzioni presto, progetti come quelli della Read sono davvero ambiziosi ma non rarissimi. Esiste per esempio una buona rete di bookmobiles (biblioteche itineranti) che raggiungono le zone meno collegate e più lontane dalle biblioteche. In realtà è una rete che copre sempre più aree del pianeta e coinvolge anche istituzioni notevoli. Un esempio per tutte, la biblioteca nazionale alessandrina, in Egitto, ha diverse basi in Africa da dove partono ogni giorno furgoncini pieni di libri; dove non possono arrivare le automobili, arrivano i cammelli o le navi o le barche. Le vie del libro sono infinite!
Alcune delle interviste a Luis Soriano:
> 14 settembre 2009 – World Focus
> 26 febbraio 2010 – CNN