Il Governo annuncia che inasprirà la manovra secondo principi di rigore, crescita, equità e spirito nazionale. Io dico invece: gerarchia, lassismo, beneficenza e particolarismo.
L'annunciata imposizione di regole certe si svelerà ennesimo esercizio di potere dal più forte al più debole, in una catena che penalizzerà ancora una volta pensionati e lavoratori dipendenti. Non intaccare gli equilibri sarà come d'uso la rotta di governo, lasciando che le ferite si rimarginino da sole: “e tu, larva subumana mediterranea, riesci a trovare la forza per tua erezione di maschio. Per questo rimarrete voi, vincerete voi, piccoli vermi vitali senza ideali né idee”, confessava la kapò tedesca a Pasqualino Settebellezze. Ma stavolta il rischio di défaillance è alto, dunque, in funzione di viagra per l'orgoglio dei ceti più bassi, avremo sporadici prelievi a scapito dei super-ricchi: ma saranno ancora gli onesti, seppur fra i benestanti, a pagarne l'obolo. La strategia dominante, insomma, sarà il particolarismo, altro che coesione di patria.
Elenco al volo tre interventi che, per me, coniugherebbero l'auspicato rigore alle impellenti necessità di cassa. Primo, l'Agenzia del Territorio, con una statistica affidabile del maggio scorso, ha rilevato oltre due milioni di “case fantasma”: applicando appropriate sanzioni e cogliendo l'occasione per adeguare le rendite catastali al mercato, l'Erario ne trarrebbe uno stabile giovamento. Secondo, gare pubbliche per l'aggiudicazione degli arenili balneari, ad oggi ceduti in concessione trentennale (gli attuali gestori premono il Governo per allungarla a novanta anni) dietro pagamento di un canone ridicolo. Si eviterebbe l'annunciata sanzione europea per il non regime vigente e, coniugando la gara con la cassazione delle agevolazioni fiscali godute dagli stabilimenti ivi impiantati, ne verrebbero tanti denari in più per lo Stato e gli Enti Locali. Terzo, applicare da subito intese tra Agenzia delle Entrate, ACI, ENEL ed altri soggetti gestori di servizi pubblici, onde incrociarne le banche dati in un'ottica di redditometro: individuato l'imbianchino, il commercialista, o il gioielliere con reddito da precario (in Italia il reddito medio dichiarato non raggiunge i 20 mila euro) ed auto extra lusso sotto le natiche, procedere ad immediata verifica mediante una procedura giuridica accelerata. Nei casi di evasione accertata, multa salatissima e, qualora si siano goduti incentivi e benefici per le fasce povere, come le borse di studio, restituirli con un tasso di mora eccezionalmente elevato.
Si obietterà magari che questi tre esempi, cui moltissimi altri potrebbero essere affiancati da un qualunque addetto ai lavori, non si realizzino nel giro di quindici giorni. A parte che, se non in quindici almeno in trenta giorni, volendo, ce la si fa, il termine per il pareggio di bilancio è comunque il 2013. L'obiezione altresì più verosimile, a mio avviso, è che se governi l'Italia e penalizzi gli onesti, sai che al massimo ci sarà qualche sciopero, ma alla fine il cittadino china il capo. Se, al contrario, intacchi il bottino dei furbi, è bene guardarsi le spalle perché non si può sapere da dove giungerà il primo colpo.
Marco Lombardi