Cinque giorni di festa per le strade dell’Avana, piene di eventi artistici per celebrare - sabato 13 agosto - gli 85 anni di Fidel Castro, al centro della scena politica cubana nonostante l’età e l’operazione subita nel 2006. «Rendiamo omaggio alla vita di un uomo, di un popolo e della Revolución, che ha regalato dignità, solidarietà alla storia dell’umanità», ha detto Alfredo Vera, direttore della fondazione responsabile degli eventi. Grande attesa domani per il concerto serenata de la fidelidad.
La rivoluzione cubana è la rivoluzione di Fidel Castro, un uomo che è stato capace di trasformare il suo paese in maniera radicale.
I cubani lo chiamano semplicemente Fidel, ma anche El Comandante, El Jefe Máximo, spesso utilizzano appellativi ironici come El Barba, El Fifo, El Caballo, El Uno, El Vianda, Esteban Dido, Armando Guerra, Luyanó, Migdalla, Obdulla, Maritza, El Coma Andante e Papá Noel…
La vita privata di Fidel è un segreto per tutti, dicono che abbia avuto tante donne, che ami la buona tavola, che viva in una villa lussuosa superprotetta, che possieda isole private, barche e capitali custoditi all’estero. Fidel Castro, nel bene o nel male, resta un mito, l’incarnazione del ribelle anticonformista che con la sua barba incolta e il sigaro in bocca ha creato un’icona. Fidel Castro è un personaggio importante dell’America Latina, uno dei pochi ad aver resistito per cinquant’anni al potere, un uomo amato e odiato con la stessa forza, ma che ha lasciato un’impronta indelebile su Cuba, plasmandola a sua immagine e somiglianza.
Va chiarito però che Fidel Castro non è il prodotto delle guerre d’indipendenza e che la sua figura non rappresenta la prosecuzione delle idee di José Martí. Le lotte per la libertà di Cuba furono combattute per costruire un mondo diverso, non un regime guidato da un caudillo accentratore. José Martí era un democratico idealista, un intellettuale che amava ripetere il motto “essere colti per essere liberi”, un uomo che faceva dell’antiamericanismo la sua bandiera, ma solo per scopi libertari.
Fidel è sempre stato un brillante parlatore, un uomo erudito e colto. Oratore spigliato che esprimeva concetti importanti con proprietà di linguaggio, travolgente e coinvolgente con i suoi interlocutori. Un vero e proprio capo di grande personalità e magnetismo capace di ipnotizzare le masse e ricevere consensi. Possiamo avere opinioni negative o positive su di lui, ma sta di fatto che è un uomo carismatico dal coraggio non comune che ha compiuto imprese disperate e imprudenti. Non ha mai accettato la sconfitta, è sempre stato testardo fino alle estreme conseguenze e non si è mai dato per vinto. Non ha mai amato la disciplina, si è sempre sentito padrone di se stesso, non si è mai iscritto a un partito e non ha mai voluto sottostare a regole gerarchiche e formalismi. La sola persona che ha influenzato la sua indipendenza è stata Celia Sánchez, consulente rivoluzionaria, donna fidata e amante sulla Sierra. Fidel ha fatto innamorare di sé molti giornalisti e commentatori politici, fin dal 1959. Herbert Matthews ha scritto persino che Fidel disprezzava il denaro, non aveva capitali all’estero ed era il primo governatore onesto di Cuba. Niente di tutto questo è vero, come purtroppo sappiamo, ma forse era la speranza di un commentatore politico progressista che scriveva nel 1968. Fidel ha avuto un’educazione cattolica, ma in vita sua si è comportato nei modi più assurdi nei confronti dei culti religiosi, arrivando a vietarli dopo il trionfo della rivoluzione e rinchiudendo preti e santéros nelle famigerate UMAP (veri e propri lager per antisociali). In tempi recenti Fidel si è riavvicinato alla religione e la visita di Papa Giovanni Paolo II all’Avana ha rappresentato un evento storico. Fidel è sempre stato un pragmatico, ha sempre fatto ciò che più gli conveniva, plasmando idee e rapporti secondo le necessità del momento. Non è mai stato razzista, anzi ha contribuito a smussare il razzismo strisciante presente a Cuba. Fidel è sempre stato un grande fumatore di sigari e un uomo disordinato, anche se il rapporto con Celia ha contribuito a migliorarlo e l’ha portato a tenere comportamenti più ordinati. Non è mai stato un marxista ortodosso, la rivoluzione cubana è la sua rivoluzione, il movimento di pensiero nato dalla sua forte personalità di caudillo latinoamericano.
Gordiano Lupi
(tratto dal mio Fidel Castro. Biografia non autorizzata, A.Car, 2011 – in uscita a ottobre)