Circolano voci che negli ambienti governativi britannici, dopo i problemi di ordine pubblico scoppiati nel loro Paese, per impedire che i rivoltosi comunichino tra loro durante i disordini, sarebbe opportuno bloccare l'accesso ai social network, da BlackBerry Messenger a Twitter. Pare, infatti, che questi siano stati i principali strumenti di comunicazione tra chi prendeva parte alle violenze.
Ammesso che questa -per noi sciagurata- idea esista e vada in porto, non possiamo esimerci da una constatazione: la Gran Bretagna è sempre in prima fila nel condannare i regimi che essa reputa autoritari quando questi ultimi intervengono pesantemente a censurare simili mezzi di comunicazione, è così per la Cina e l'Iran, è stato così per tutti i Paesi del nord Africa che si sono rivoltati contro i loro regimi, è così oggi per la Siria. Tutti Paesi in cui la lotta e la transizione a sistemi di governo presumibilmente più umanitari e legalitari, oggi fa uso di Internet per coordinarsi e far sentire la propria voce.
La Gran Bretagna non ci sembra abbia una tradizione liberticida, soprattutto dopo la débàcle in India grazie al mahatma Gandhi, e nonostante le derive dell'ex-premier Tony Blair che aveva raccontato bugie pur di giustificare l'intervento armato in Iraq... e soprattutto, poi, all'interno della propria isola.
Cosa sta succedendo? Che fine ha fatto la libertà d'opinione, d'espressione e di comunicazione che secolarmente ha caratterizzato il mondo anglosassone? Cioè quella libertà che è tale in ogni circostanza e che, proprio per questo, rappresenta la forza di una comunità basata sulla libertà. Basta qualche migliaio di persone che manifesta con la violenza il proprio disagio a far cambiare rotta ad uno dei riferimenti giuridici mondiali in materia? È così debole il governo britannico da riuscire a domare la circoscritta violenza di questi giorni solo rinunciando alla propria identità? Dove sono finiti i mitici servizi segreti britannici e l'impeccabile aplomb del poliziotto inglese in grado di sedare qualunque testa calda? Sostituiti da facili scorciatoie che però fanno fare crack ad un riferimento mondiale a cui nessuno vorrebbe rinunciare? Ci auguriamo di no. Perché sarebbe solo l'inizio di un percorso che renderebbe la Gran Bretagna, e non solo, simile all'Iran.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc