Pioggia d’agosto
di Guido Gozzano
Nel mio giardino triste ulula il vento,
cade l’acquata a rade goccie, poscia
più precipite giù crepita scroscia
a fili interminabili d’argento...
Guardo la Terra abbeverata e sento
ad ora ad ora un fremito d’angoscia...
Soffro la pena di colui che sa
la sua tristezza vana e senza mete;
l’acqua tessuta dall’immensità
chiude il mio sogno come in una rete,
e non so quali voci esili inquiete
sorgano dalla mia perplessità.
“La tua perplessità mediti l’ale
verso meta più vasta e più remota!
È tempo che una fede alta ti scuota,
ti levi sopra te, nell’Ideale!
Guarda gli amici. Ognun palpita quale
demagogo, credente, patriota...
Guarda gli amici. Ognuno già ripose
la varia fede nelle varie scuole.
Tu non credi e sogghigni. Or quali cose
darai per meta all’anima che duole?
La Patria? Dio? l’Umanità? Parole
che i retori t’han fatto nauseose!...
Lotte brutali d’appetiti avversi
dove l’anima putre e non s’appaga...
Chiedi al responso dell’antica maga
la sola verità buona a sapersi;
la Natura! Poter chiudere in versi
i misteri che svela a chi l’indaga!”
Ah! La Natura non è sorda e muta;
se interrogo il lichène ed il macigno
essa parla del suo fine benigno...
Nata di sé medesima, assoluta,
unica verità non convenuta,
dinanzi a lei s’arresta il mio sogghigno.
Essa conforta di speranze buone
la giovinezza mia squallida e sola;
e l’achenio del cardo che s’invola,
la selce, l’orbettino, il macaone,
sono tutti per me come persone,
hanno tutti per me qualche parola...
Il cuore che ascoltò, più non s’acqueta
in visïoni pallide fugaci,
per altre fonti va, per altra meta...
O mia Musa dolcissima che taci
allo stridìo dei facili seguaci,
con altra voce tornerò poeta!
X Agosto
di Giovanni Pascoli
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!
La notte di S. Lorenzo
di Paola Mara De Maestri
Occhi puntati al cielo d’agosto
nella notte di S. Lorenzo
la tradizione chiama
alla ricerca di un fuoco
che allieti la mente
di una lapillo di speranza
che ravvivi la danza.
Ma le mani dell’uomo
ancora bruciano
di primo paradiso
e le lacrime del Santo
cadono a pioggia
sui volti ebbri.
Agosto
di Federico Garcia Lorca
Agosto,
controluce a tramonti
di pesca e zucchero
e il sole dentro la sera
come il nocciolo nel frutto.
La pannocchia serba intatta
la sua risata gialle e dura.
Agosto.
I bambini mangiano
pane nero e luna piena.
Shhhhhhhh
di Barbarah Guglielmana
Shhhhhhhh,
anche il vento si è fermato
Sotto il silenzio del mare profondo
Aiutatemi a rimanerne illusa, ancora
di un silenzio rumoroso al suo eco
fatto di grigi all’animo dell’autunno,
fatto di silenzi per riposare i viventi feroci
fatto di immobili spiriti in corpi frenetici
Shhhhhhhh,
anche il sole si è nascosto
Sotto le nuvole si sono stancate di svolazzare
Sento di aver perso quell’orizzonte vicino, irraggiungibile
per cacciare il pirata
abbisognavo di un tappeto su cui riposare
abbisognavo di un cibo di cui nutrirmi
abbisognavo, di desiderare
Shhhhhhhh,
anche la pioggia è stanca di cadere
Il mare, il fiume e il lago le sono nemici
Credi che la tua storia sia sempre l’unica da narrare
non cantarla alle streghe trasformate in fate,
non regalarmi fiori colorati di sogni
Io non voglio più utopie sulla battaglia, persa
negli azzurri eterni tra i pesci e gli uccelli.
E te lo urlo: Shhhhhhhh.
(Camogli, 29 luglio 2011)