Carlos Alberto Montaner (foto) ha parlato di me nel corso della presentazione di Havana Real.
È con un certo orgoglio che lo comunico. (Gordiano Lupi)
Havana Real è stato presentato a Miami. È l’ultimo libro di Yoani Sánchez, pubblicato in inglese dall’editore nordamericano Melville House. Il lancio, in una sala piena di ammiratori della scrittrice, è avvenuto sabato 6 agosto nella emblematica libreria “Books & Books”, situata in Coral Gables. L’evento è stato organizzato dal giovane professore Ted Henken, esperto di letteratura latinoamericana, che ha presentato il libro invitando anche me a pronunciare alcune parole. Ha parlato pure Ernesto Morales, esiliato da appena sette mesi, giornalista e blogger cubano, amico di Yoani, che ha osato intervistarla quando viveva a Cuba, cosa che ha infastidito molto il governo. Era presente all’evento anche una sorella di Yoani, da poco uscita dall’isola. La sua partecipazione è stata per tutti una gradita sorpresa.
Ted Henken ha detto che si è andata tessendo in maniera spontanea una rete internazionale di solidarietà con i blogger e con i giornalisti indipendenti cubani, formata da scrittori e da intellettuali di diverse parti del mondo che di solito sono giunti a Cuba provando una certa simpatia per il regime, ma tale giudizio positivo è durato poco di fronte all’evidenza della natura stalinista della dittatura. Tra questi intellettuali solidali, ho aggiunto quando è stato il mio turno di parlare, bisogna ricordare l’italiano Gordiano Lupi, uno scrittore che non ha esitato ad affrontare l’apparato castrista di diffamazione che opera nel suo paese grazie a vecchi comunisti che ancora piangono la fine della Unione Sovietica e la mancanza della generosa protezione dello scomparso KGB.
Il libro raccoglie molti post di Yoani pubblicati nel blog Generación Y. Si tratta di una sorta di murale descrittivo della Cuba attuale, che sta cadendo a pezzi, ma a volte sembra la serena relazione di un medico legale che deve fare l’autopsia a un cadavere piuttosto mal ridotto, testi allarmanti (o allarmati) scritti mentre Raúl Castro cerca inutilmente di porre rimedio con il curioso metodo di incolpare le vittime e di bastonare i suoi stessi amministratori.
Mary Speck ha pubblicato un’interessante rassegna sul libro per The Washington Post - non bisogna dimenticare che questa edizione è destinata alla popolazione nordamericana - dove contrappone l’immagine di Yoani, debole e abbandonata, cronista di una realtà disastrosa, sopravvissuta alle dure pene di una società che vive tra macerie fisiche e morali, segnata dall’immagine classica di Che Guevara, immortalato da Korda, con uno sguardo sicuro e di sfida che pronostica il futuro sviluppo della rivoluzione comunista. Il tempo, l’ostinata e inoccultabile realtà hanno dato ragione alla famosa blogger. Questo libro ne è la prova evidente.
Carlos Alberto Montaner
(da El Blog de Montaner, 7 agosto 2011)
Traduzione di Gordiano Lupi