Azzurro come il cielo della Valtellina.
Anche quest'anno la Nazionale italiana di basket si ritroverà a Bormio. Fino al 31 luglio gli azzurri si alleneranno al Pentagono dove disputeranno anche il Trofeo “Diego Gianatti” (29-30 luglio), con Bulgaria, Canada e Fyrom.
Il periodo da trascorrere nella provincia sondriese è prodromico all'importante impegno degli Europei che si giocheranno in Lituania a partire dalla fine di agosto. Un'edizione estremamente delicata in quanto da essa scaturiranno le prime qualificazioni ai prossimi Giochi Olimpici di Londra.
Dopo la Valtellina i nostri voleranno a Roma allenandosi all’Acqua Acetosa per poi trasferirsi a Cipro per il Torneo Internazionale “Nicosia” (5-7 agosto), avversarie la Russia e la Polonia. A seguire il Trofeo Internazionale “Tassoni Città di Rimini” (12-14 agosto), con Bosnia, Polonia e Grecia, e il Torneo Internazionale “Acropolis” (23-25 agosto), con Grecia, Montenegro e Bulgaria.
Come si può constatare, un programma impegnativo. Tornando alla nostra Valtellina, in occasione del Media Day, evento di presentazione dei programmi della Nazionale svoltosi nella Palazzina del Peso dell'Ippodromo di Milano, Alberto Pasina, assessore allo sport e al turismo della Provincia di Sondrio, ha dichiarato: «La Valtellina ha vocazione turistica e sportiva. La gente di montagna è concreta, con spirito di squadra e di sacrificio. Come per Dino Meneghin che viene dal bellunese». Il riferimento è, ovviamente, all’attuale presidente della Federazione Italiana Pallacanestro e giocatore epico per lunghi ed entusiasmanti decenni dello sport della palla a spicchi.
Un bel clima quello che si respirava nel Media Day, caldo e informale. Valerio Bianchini, già coach della Nazionale, detto il Vate o l'Evangelista per la straordinaria carica dialettica e sapienziale, vincitore di tre scudetti in tre città diverse (Cantù, Roma e Pesaro), ha presentato il libro uscito per celebrare i novant'anni della FIP: Storie straordinarie (in numero di novanta). «Ci inebriamo di pick and roll, ma quel che conta sono gli uomini, le storie, le emozioni». Una chiosa semplice, saggia, perfetta.
«Novanta. Come gli anni dalla fondazione della Federazione Italiana Pallacanestro. Novanta, le storie pubblicate di chi ci ha raccontato un momento, un episodio, un dietro le quinte, in definitiva una microstoria straordinaria, particolare anche nella sua semplicità, che va oltre le partire vinte e quelle perse. Novanta storie straordinarie per far conoscere dal basso o, se preferite, in maniera orizzontale, una storia più grande, quella della Federazione Italiana Pallacanestro, attraverso novanta punti di vista diversi, tutti qualificanti però, dell'importanza sociale ed agonistica del basket». Così Dino Meneghin, l’eccezionale pivot di Varese, Milano e dell'Italia, ha scritto nell'introduzione al volume.
Nel libro si trova anche un racconto di Carlo Azeglio Ciampi, senatore a vita e presidente emerito della Repubblica, che amava il basket, denominato nell’era dei pionieri palla al cesto, e vi giocava. Fra le altre “firme” Mabel Bocchi, Renzo Bariviera (che con un suo canestro ci consegnò nel 1970, Mondiali di Lubiana, la prima storica vittoria contro gli statunitensi), Massimo Masini (un pivot che segnò la linea di demarcazione fra antico e moderno), Roberto Premier (l’Ariete di Spresiano, formidabile guardia-ala della Milano vinci tutto degli anni Ottanta), Carlo Recalcati, Sandro Gamba, Gianmarco Pozzecco, Catarina Pollini, Mara Fullin, Riccardo Pittis, Francesco Piccolo, Fabio Fazio e quelle dei ragazzi de L'Aquila a cui il terremoto ha distrutto i campi di gioco.
A proposito, il nome dei quindici alfieri azzurri che vanno a preparare l’impresa degli Europei: Andrea Bargnani, Marco Belinelli, Marco Carraretto, Daniele Cavaliero, Andrea Cinciarini, Marco Cusin, Luigi Datome, Danilo Gallinari, Daniel Hackett, Antonio Maestranzi, Stefano Mancinelli, Marco Mordente, Giuseppe Poeta, Andrea Renzi, Luca Vitali. «Un gruppo che lotta, che non ha paura di nessuno», sostiene con convinzione Dino Meneghin.
La parola all’allenatore azzurro Simone Pianigiani: «La Nazionale significa soprattutto un momento straordinario per incontrare la gente del basket». Quel che conta è... «L'emozione con cui una squadra cerca di stare in campo. E non dobbiamo dimenticare chi ci ha portato ad essere qui, chi ha fatto la storia. Il torneo è a 24 squadre: bisogna fare i conti con un equilibrio diffuso in un'Europa frazionata e con giocatori fortissimi, esperti. Noi abbiamo solo due over 30 che rappresentano la continuità. Credo che abbiamo lo spirito giusto, sin dalla scorsa estate. Mi piace l’interpretazione dello sport, della professione, della vita data dai miei giocatori».
L'Italia, due volte oro continentale, è nel girone B degli Europei e se la dovrà vedere, inizialmente, con Serbia, Germania, Lettonia, Francia, Israele.
E saltiamo di nuovo alla Valtellina e a una delle sue manifestazioni più celebri, il “Valtellina Circuit” (ventinovesima edizione), la cui ultima partita si giocherà il 30 settembre e al quale hanno già aderito, oltre alle italiane Pallacanestro Piacenza, Avellino, Montepaschi Siena, Bennet Cantù, l’Azovmasch Mariupol’, Spartak San Pietroburgo, Astana, Efes Pilsen, Charleroi, Tolone, Lugano, Sav Vacallo, Telekom Ankara, Oline Edirne e Besiktas.
Dulcis in fundo… da un comunicato FIP: «Per due giorni, quasi in ossequioso rispetto reciproco, non ci sono stati contatti. Poi ieri, quasi fosse inevitabile, gli astronauti Paolo Nespoli e Cady Coleman, la Nazionale di basket e lo staff hanno fatto amicizia, si sono confrontati e fatti una foto ricordo (credit archivio FIP/ciamillo-Castoria).
I due astronauti sono all’Hotel Palace di Bormio per una breve vacanza dopo i 147 giorni di missione a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Nespoli e Coleman hanno fraternizzato con i giocatori della Nazionale, che si sono mostrati attentissimi ai particolari della vita nello spazio e soprattutto alle conseguenze sul corpo umano per la lunga permanenza fuori dall’atmosfera terrestre.
Paolo Nespoli, ingegnere ESA, alto circa 1,92, ha raccontato anche di aver giocato a basket, ma solo da ragazzo».
Valtellina tinta d’azzurro. Valtellina ombelico della pallacanestro europea. Valtellina spaziale.
Alberto Figliolia