L’interrogativo è d’obbligo, ma qualche buona nuova già c’è. Con la nota 5596, il ministro Fioroni ha consentito di procedere alla valutazione individuale degli alunni utilizzando la modulistica precedente a quella delle linee guida del portfolio, da più parti criticato nel mondo della scuola. Più in generale, il ministro richiama l’attenzione «…sull’esigenza di gestire con la massima cautela i dati da inserire nel portfolio, considerato che si è tuttora nell’attesa che il garante della privacy si pronunci sul testo del regolamento a suo tempo predisposto…».
È un bel passo avanti, anche se tecnicamente si tratta in verità di un passo indietro; ma riguadagnare la riva dopo uno scivolone nel fosso è senza dubbio indispensabile prima di riprendere il cammino.
Con la stessa nota giunge anche una seconda lieta notizia: il ministero, dopo ben due sentenze del TAR Lazio, riconosce che per l’insegnamento della religione cattolica è inderogabile l’osservanza della legge vigente (finalmente un ministro che si attiene alle leggi!) ed è pertanto obbligatorio redigere la nota separata rispetto alla scheda di valutazione. Viene dunque cestinata la “Pagella di Donna Letizia”, dove l’i.r.c. figurava in bella mostra con le materie curricolari.
Ci domandiamo a questo punto se non meritino di essere ritirate e nuovamente redatte le pagelle illegali che ostinatamente alcuni dirigenti scolastici avevano distribuito, incuranti delle sentenze del tribunale, e genuflessi alla (allora) ministra fuorilegge.
Altro passo indietro, dunque in avanti, sulla riforma delle superiori, dove rispunta il primo biennio di orientamento, volto ad impedire che il destino dei ragazzi sia precocemente segnato a quattordici anni, bensì indirizzato a sedici, dopo due anni di attività scolastica. Non sarà unico, infatti avrà indirizzi e materie diverse, ma con una base di istruzione forte, con obiettivi culturali comuni. Applaudita anche la sospensione della riforma dei licei, ma è un applauso un poco forzato: perché mai solo sospesa e non abolita, cancellata per sempre? Potere delle mediazioni politiche.
Buone cose comunque, se solo pensiamo a cosa ci sarebbe spettato se il governo non fosse cambiato. Un poco di buon senso (senza esagerare) sembra pervadere l’attività del ministero, anche se in molti auspichiamo piuttosto un calcio secco a tutta la riforma di Letizia, per ricominciare con un significativo “dove eravamo rimasti?”.
Giancarlo Sensalari
(per 'l Gazetin d'estate 2006)