Recentemente il Gip Pietro Della Pona ha pronunciato due ordinanze inerenti l’assurda vicenda, cui 'l Gazetin ha dato ampio spazio, della trasformazione con realizzazione di manufatti abusivi da parte di Luciano Giacomelli del terreno confinante, di proprietà di Lina Della Marianna in località Ronchi, Frazione Mossini del Comune di Sondrio.
La prima ordinanza pronunciata in data 2 marzo 2006 riguarda una denuncia per false dichiarazioni rese dall’arch. Elio Della Patrona agli inquirenti nell’ambito di un primo procedimento penale inerente l’invasione e il danneggiamento del terreno, archiviato sulla scorta di tali false dichiarazioni.
La seconda ordinanza pronunciata in data 19 maggio 2006 riguarda un procedimento penale in cui sono state riunite due distinte denunce: la prima inerente la falsità del progetto a firma dell’arch. Elio Della Patrona presentato da Luciano Giacomelli al Comune di Sondrio per ottenere il permesso in sanatoria dei manufatti abusivi realizzati sull’altrui terreno e la seconda inerente l’avvenuto rilascio da parte del responsabile del settore territorio del Comune di Sondrio, arch. GianLuca Venturini del permesso medesimo, nonostante fosse stato avvisato della falsità del progetto e fosse stato ripetutamente diffidato dalla proprietaria del terreno a rilasciarlo.
Ma ecco alcuni significativi passaggi delle ordinanze:
Ordinanza 2 marzo 2006 (N. 761/03 R.G. – N. 1985/03 G.I.P.). «Le dichiarazione in veritiere e storicamente inesatte di Della Patrona Elio» non sono state rese allo scopo di sviare le indagini
– «Il reato di favoreggiamento personale è delitto contro l’amministrazione della giustizia le cui comminatorie sono finalizzate a tutelare il bene giuridico del corretto andamento delle indagini per scoprire gli autori di fatti penalmente rilevanti;
Parte offesa dello specifico delitto non può essere che lo Stato e giammai il privato cittadino che, al più, ove tale delitto si consumi e lo interessi, può solo rivestire posizione di “danneggiato” dal reato;
A Lina Della Marianna, che non è parte offesa, non può quindi riconoscersi la legittimità dell’opposizione (art. 410C.P.)
a) È da negarsi che il Giacomelli abbia commesso i delitti di usurpazione d’immobili, modificazione dello stato dei luoghi, invasione dei terreni.
– la sussistenza del reato essendo stata presupposto escluso dal Giudice di Pace con archiviazione 05/06/03 non è configurabile rato [reato – nda] di favoreggiamento; [Nota n. 1]
«In realtà, poi, il Della Patrona non ha fatto dichiarazioni false al fine di sviare le indagini: se si leggono tali dichiarazioni con attenzione (Fg. 55 del fascicolo) non solo balza evidente l’incertezza dei ricordi del Della Patrona (che non presenziò per tutta la durata del sopralluogo ma balza evidente la sua buona fede, tanto che egli riconosce come presenti al fatto anche l’arch. Benetti e il geom. Martinelli.
Ora: Non si mente coscientemente e senza grave motivo, avanti la P.G., su di un semplice fatto storico (presenza di Vanna Mottarelli [e accordo per un contratto d’affitto decennale – nda] sapendo che altre due persone di cui si dicono le generalità, possono immediatamente svelare il falso.
In conclusione: le dichiarazione di Della Patrona Elio sono, sul punto, certamente in ve–ritiere e storicamente inesatte, ma deve escludersi che l’indagato abbia reso le erronee dichiarazioni nella coscienza della loro falsità e allo scopo di sviare le indagini per favorire Gianoncelli Luciano, indagato per ipotesi delittuose ben dubbie ab origine».
[Nota n. 1] Giacomelli Luciano, a seguito della riapertura del procedimento inerente la falsità del progetto presentato ai fini del rilascio del permesso in sanatoria e a seguito delle risultanze della C.T.U. è stato rinviato a giudizio avanti il Giudice di pace per i reati di danneggiamento del terreno di cui agli articoli 633 e 635 del C.P. Il processo è tuttora in corso.
Ordinanza 19 maggio 2006 (N. 1437/04 P.M. – N. 198/04 G.I.P.). «La controversia è risolvibile solo ed esclusivamente in sede civile. La falsità del progetto è irrilevante a causa di una (spiacevole) contraddizione tra rappresentazione catastale di alcuni terreni e loro individuazione in loco».
«Ritenuto che la notizia di reato è del tutto infondata così come puntualmente per singola ipotesi delittuosa e/o contravvenzionale ampiamente motivata dal P.M. l’opposizione non presenta elemento alcuno capace di contrastare le opposizioni del P.M. in punto d’insussistenza d’ogni ipotesi di rilievo penale;
concludendo da una (spiacevole) contraddizione tra rappresentazione catastale di alcuni terreni e loro individuazione in loco (controversia risolvibile solo ed esclusivamente in sede civile) si sono volute individuare, con progressiva successione di doglianze, ipotesi penalmente rilevanti che tali non erano e che come tali sono negate dall’esito delle indagini e, in primis, proprio dalla consulenza tecnica in atti (fg. 139 e ss.)
La falsità nel progetto esiste a prescindere dalla intenzionalità o meno e dalla proprietà dei singoli mappali
Il migliore commento alle motivazioni indicate nell’ordinanza di archiviazione 19 maggio 2006 del G.I.P. è quello di illustrare graficamente che la falsità del progetto esiste e che il punto nel terreno Giacomelli (mappale 386) in cui la mappa non corrisponde si trova a est ovvero sul lato opposto (ovest) dai confini del terreno Della Marianna (mappale 384 + 383).
>> si vedano i documenti grafici descritti di seguito aprendo il file PDF <<
DOCUMENTO N. 1
Estratto della mappa catastale dei luoghi relativa alla nota di voltura n. 305 dell’anno 1964, rilasciato in copia conforme dall’originale dall’Agenzia del territorio in data 4 maggio 2004, ove risulta evidenziato il punto in cui la mappa non corrisponde (la cosiddetta contraddizione tra rappresentazione catastale di alcuni terreni e loro individuazione in loco menzionata nel provvedimento di archiviazione).
Il terreno evidenziato dal catasto con un triangolo posto a sud/est del mappale 386 non esiste in loco, in quanto, come indica la C.T.U. a pagina 139: «Sul posto tale confine risulta essere materializzato da un muro in sasso con andamento lineare nord-sud».
DOCUMENTO N. 2
Progetto a firma arch. Elio Della Patrona presentato al Comune di Sondrio da Luciano Giacomelli per ottenere il permesso in sanatoria, con mappa difforme da quella catastale e dallo stato dei luoghi e con falsa raffigurazione del posizionamento dei manufatti sul mappale n. 386.
DOCUMENTO N. 3
Rilevazione in loco effettuata dal C.T.U. (All. 13 alla perizia) da cui risulta che la quasi totalità dei manufatti insiste sul mappale 384. [Nota n. 2]
[Nota n. 2] Il terrreno Giacomelli (contrassegnato nell’Allegato 13 alla C.T.U. con il numero 675) è nuovamente contraddistinto in catasto con l’originario numero 386, avendo l’Agenzia del Territorio annullato l’indebito frazionamento, presentato dal Comune di Sondrio dopo l’avvenuta presentazione da parte di Luciano Giacomelli del progetto per ottenere il rilascio del permesso in sanatoria.
DOCUMENTO N. 4
Elaborazione a diversi colori, della mappa catastale da cui si evince la proprietà Della Marianna, mappale 384 + 383 (colore giallo), la proprietà Giacomelli, mappale 386 (colore verde), e il punto (rilevato dal catasto nel 1964) in cui la mappa non corrisponde essendo il terreno inesistente (colore violetto).
DOCUMENTO N. 5
Elaborazione in scala a diversi colori del progetto Della Patrona a fronte del quale il responsabile del Settore Territorio del Comune di Sondrio, ing. GianLuca Venturini ha rilasciato il permesso in sanatoria per i manufatti abusivi.
DOCUMENTO N. 6
Sovrapposizione in scala equivalente della mappa catastale con il progetto Della Patrona, con linee di confine tratteggiate in rosso (mappa catastale) e in blu (progetto Della Patrona) e con indicazione del punto (triangolo di colore violetto) dove la mappa non corrisponde essendo il terreno inesistente. Dal progetto oggetto di permesso in sanatoria si evince che l’arch. Della Patrona ha “allargato” il mappale 386 a est e “allungato” la punta dove il terreno manca e ha “ristretto” i manufatti, posizionando parte di essi anche nel punto (colore violetto) in cui il terreno risulta mancante.
DOCUMENTO N. 7
Sovrapposizione in scala equivalente dell’elaborato del C.T.U., con evidenziato in colore giallo i mappali n. 383 + 384 e il posizionamento reale dei manufatti da cui si evince che i medesimi insistono per la quasi totalità sul terreno Della Marianna.
DOCUMENTO N. 8
Sovrapposizione in scala equivalente dell’elaborato del C.T.U. con il progetto Della Patrona, con linee di confine tratteggiate in rosso (elaborato C.T.U.) e in blu (progetto Della Patrona) e con evidenziata in giallo la superficie dei mappali 383 + 384. Dalla sovrapposizione emerge chiaramente che l’arch. Della Patrona, attraverso “l’allargamento” dei confini sud/est del mappale 386 è riuscito a simulare (come da misurazioni della C.T.U. e come riferito dagli inquirenti) tra manufatti e distanza dai confini (mt. 1 a ovest e mt. 3 a est) qualche cosa come mt. 11,80 a fronte di una larghezza effettiva del terreno sul punto di mt. 4,50. Dalla sovrapposizione dei due elaborati si evince che non vi è la benché minima coincidenza tra il posizionamento del canile (rimpicciolito nel progetto) e la situazione reale rilevata dal C.T.U.
Dov’è finito il senso delle istituzioni?
C’è da augurarsi che quanto accaduto a Lina Della Marianna sia fine a se stesso. Il fatto, va oltre il caso specifico. Se costruire sul suolo altrui e ottenere un permesso in sanatoria è facile come bere un bicchiere d’acqua, chiunque potrebbe emulare il comportamento Giacomelli/Della Patrona.
Mancano le distanze dai confini? Il vicino non vende il terreno? Il terreno è insufficiente per realizzare i manufatti? Poco male. I manufatti (o cose simili) si realizzano sul suolo altrui. Poi si chiede il permesso in sanatoria disegnando sulla carta (con incarico a professionista con tutti i crismi, ben s’intende) quello che nella realtà è tutt’altra cosa. Si allargano i confini, si rimpiccioliscono i manufatti, si posizionano i manufatti anche dove manca il terreno. Ed ecco il miracolo: i manufatti insistono tutti sul suolo di chi li ha realizzati abusivamente!!!
Il Comune, infischiandosene delle segnalazioni di falso, rilascia il permesso in sanatoria, costringendo il soggetto “danneggiato” e “beffato” a “spupazzarsi” cause civili e amministrative che durano all’infinito, con la speranza (in questo caso palesemente espressa) da parte di chi ha invaso il suolo che prima o poi, al colmo dell’esasperazione, il proprietario, svenato dalle spese legali, si decida a vendere il suolo invaso (o a permutarlo o ad affittarlo).
Il Comune di Sondrio, lo dico fuori dai denti, ha mancato il proprio ruolo istituzionale non adottando provvedimenti allorché, in sede di sopralluogo durante le prime indagini penali, il dirigente del settore Urbanistica del Comune di Sondrio, arch. Sergio Leoni ha preso piena consapevolezza della realizzazione dei manufatti abusivi e allorché l’odierno dirigente del Settore, ing. GianLuca Venturini, disattendendo la segnalazione di falsità del progetto (falsità mai eliminata dagli atti d’ufficio) e nonostante le diffide a non concedere autorizzazioni sul terreno Della Marianna, ha rilasciato il permesso in sanatoria senza effettuare alcuna verifica circa l’attendibilità, o meno della segnalazione.
Inoltre, il Comune di Sondrio, a spese dei cittadini, sta dando man forte a Luciano Giacomelli nel ricorso al TAR e persino nell’appello al Consiglio di Stato contro il rigetto della sospensiva, dove Luciano Giacomelli non si è costituito.
Restano a carico della collettività, per rimanere in tema di spesa pubblica, le due perizie redatte in sede di indagini penali per accertare la situazione dei luoghi, così come grava sulla spesa pubblica il costo degli inquirenti, che hanno dedicato molto tempo alle indagini (con grande senso di responsabilità).
Elio Della Patrona Assessore all’urbanistica? La città si merita di meglio!
Uno dei motivi per cui il Sindaco Bianca Bianchini ha dato le dimissioni, stando a quanto si legge sulla stampa, è il rifiuto a un rimpasto di Giunta e la defezione agli ultimi consigli comunali di tre capigruppo di maggioranza, tra cui l’arch. Elio Della Patrona, capogruppo di Forza Italia, assessore all’urbanistica in pectore.
Che garanzie può dare alla città quale assessore all’urbanistica una persona che (intenzionalmente o meno) rende in veritiere dichiarazioni agli inquirenti tanto da convincerli ad archiviare un procedimento penale?
Che garanzie può dare alla città quale assessore all’urbanistica un progettista (perché di progettista si tratta) che a sostegno di una domanda di permesso in sanatoria posiziona (intenzionalmente o meno) manufatti dove non esiste fisicamente un terreno e simula una larghezza di mt. 11,80 tra manufatti e confini su un terreno largo solo mt. 4,50?
Che garanzie può dare alla città quale assessore all’urbanistica una persona che rivestendo il ruolo pubblico di consigliere comunale e presidente della commissione urbanistica sapendo che è stata denunciata la falsità di un progetto da lui presentato non chiede, quantomeno, che venga provata la verità, impegnandosi a sostituire il progetto alterato con altro conforme allo stato dei luoghi?
Bianca è stata coerente come è insito nella forte personalità che la contraddistingue. Ho apprezzato moltissimo la sua decisione di rassegnare le dimissioni allorché è mancata la maggioranza in Consiglio comunale, ma soprattutto ho apprezzato che non abbia ceduto alle pressioni dei partiti di sostituire gli assessori, in particolare quella di non delegare l’urbanistica all’arch. Elio Della Patrona. La città si merita decisamente di meglio.
Vanna Mottarelli