All'Avana è cominciato questa settimana il giudizio contro il giornalista spagnolo Sebastián Martínez, accusato di “sfruttamento della prostituzione e corruzione di minori”. Il console spagnolo, Pablo Barrios, ritiene le accuse insostenibili e crede che saranno modificate in corso di causa.
«Non esistono prove per imputazioni così gravi a carico di Martínez ed è assurda la richiesta del Tribunale che pretende di infliggere una pena pari a 15 anni di carcere. Il giudizio riguarda il reportage “Prostituzione infantile a Cuba”, che il giornalista ha realizzato sull'Isola nel 2008 e che è stato trasmesso da una televisione spagnola. Le autorità cubane non l'hanno gradito», afferma il console.
Nel corso del giudizio è stato proiettato il video ed è stato chiarito che i giovani partecipanti al reportage non sono stati pagati dal giornalista. Martínez, che si è ritirato dal giornalismo, è rientrato a Cuba nel luglio del 2010 come direttore di un'impresa turistica spagnola. Le autorità cubane hanno provveduto al suo arresto subito dopo l'arrivo e l'hanno recluso nella prigione per stranieri de La Condesa, alla periferia dall'Avana.
Il console Pablo Barrios ha conferito con l'avvocato Ovidio Venero, che si è detto certo dell'innocenza di Martínez. «Al limite potrei accettare l'accusa di resistenza e aggressione contro le istituzioni cubane. Non certo le gravi imputazioni che si muovono nei confronti del mio cliente», ha detto.
Barrios ha precisato che Martínez in caso di condanna potrà scontare la pena in Spagna. «Presenteremo ancora la domanda di espulsione per motivi umanitari, perchè l'accusato si trova in stato di forte depressione», ha concluso il console.
Le autorità consolari spagnoli si stanno muovendo per risolvere un problema umanitario legato a un loro cittadino sottoposto a un giudizio penale fuori dai confini statali. L'Italia dovrebbe fare altrettanto per ottenere un po' di chiarezza sul caso che riguarda tre cittadini reclusi a Cuba da oltre un anno e ancora in attesa di processo.
Gordiano Lupi