Perché i lavoratori cubani non possono scendere in sciopero? Perché gli studenti non possono manifestare? Perché gli oppositori non hanno diritto di parola? Si chiede il discusso cineasta Eduardo del Llano (edito in Italia con la raccolta di racconti Unplugged) nel suo blog
Il cineasta cubano Eduardo del Llano mette in discussione i limiti tracciati dal presidente Raúl Castro in merito alle attività di protesta e di opposizione, chiedendo il diritto per tutti i lavoratori e per altri gruppi sociali di scioperare a di organizzare manifestazioni.
Del Llano ha scritto nel suo blog che per oltre cento anni le manifestazioni sono state un'arma di lotta per la classe operaia, per i partiti politici e per la società civile in senso ampio.
Il regista di cortometraggi critici come Monte Rouge e Brainstorm ha detto che le argomentazioni del governo per vietare gli scioperi sono ridicole e sorpassate. Non è vero che gli operai non hanno motivi per lamentarsi e che le sole persone insoddisfatte sono nostalgici appartenenti alla vecchia borghesia.
«Contrariamente a quel che sembra credere il nostro governo, le manifestazioni di piazza non significano che una società è debole e frammentata, ma soltanto che è una società umana», ha detto Del Llano.
Raúl Castro durante il Sesto Congresso del Partito Comunista aveva minacciato di reprimere le manifestazioni pubbliche degli oppositori con durezza, affermando che il primo dovere di tutti i patrioti era la difesa di strade e piazze.
Eduardo Del Llano suggerisce di farla finita con la stigmatizzazione dei dissidenti, visto che la maggior parte di loro sono persone con opinioni diverse e non dei pericolosi criminali.
Intanto gli stipendi dei cubani sono saliti a 19 pesos convertibili, facendo registrare un aumento buono solo per le statistiche, visto che con questa cifra a Cuba non si riesce ad andare avanti neppure una settimana.
Gordiano Lupi