Non mi interessa il pensiero di certi politicanti. Mi sento fiero d'essere italiano. Mi sento fiero di appartenere alla schiera di quelli che si battono per la democrazia, che credono nella “felicità nella democrazia” dove il pensiero di ognuno è rispettato e confrontato con gli altri, dove le decisioni non cadono dall'alto ma dal consenso comune. Mi piace una Italia e un paese consapevole delle proprie tradizioni, che riesce a realizzare un futuro aperto all'Europa e al mondo. La nostra terra, la famiglia, i paesani, ci immergono in una realtà d'un vivere sereno difficilmente trovabile altrove. Poche cose fanno invidiare o sognare un mondo globale, dove tutto il vissuto dei nostri avi sembra sfumare o non contar nulla.
La rondine, dopo aver fatto il suo nido in un luogo, ritorna l'anno dopo e con essa anche i suoi piccini. Ecco, noi siamo come le rondini e l'emigrante ne è simbolo: esce dal suo paese per andare a cercar il pane, la fortuna, forse per inseguire i suoi sogni. Nella sua valigia porta con sé anche il ricordo e l'amore per il proprio paese. Un giorno quell'emigrante ritornerà e fiero dirà: ce l'ho fatta, ora le mie ossa possono riposare nel mio paese.
Non dimentichiamo mai di amare la nostra Patria e con essa il nostro paese. Anzi, facciamo ogni sforzo, ogni tentativo per renderlo grazioso, accogliente, interessante e valorizziamo ciò che abbiamo in casa.
Forse le donne non si ornano con gioielli e vestono elegantemente per essere conquistate o conquistare? I nostri gioielli sono il territorio, la nostra storia, le nostre tradizioni. Porle in bella mostra significa valorizzare e amare ciò che abbiamo. Ben vengano menti eccellenti o incubatori di idee e di azioni dove dal diamante grezzo traggono il gioiello sfaccettato e brillante di casa nostra.
La Patria rappresenta la storia, il clima, la nostra lingua. Certo, in questi ultimi tempi è diventato faticoso amare la Patria, forse anche il proprio paese, a causa di personaggi che cercano di demolire invece di costruire. Peccato mortale perché la terra dei nostri Padri ci è stata data in eredità e a loro è costata lacrime e sangue. (e.m.)
Patria, Italia, Tiràn e dialèt
La mè Patria l'è l'Italia,
l'Italia l'è la mè famiglia,
Tiràn l'è 'l mè paes benedèt
'ndua s' parlà amò 'l dialèt.
La Patria l'è la mè màma,
l'Italia l'è la mè bèla spusa,
'l mè cör l'è per 'l bèl Tiràn,
per 'l dialèt s'cèt cùma 'l pàn.
Patria, Italia, Tiràn e dialèt,
quàtru stèli che i brìla 'n ciel,
che i porta giòia, amur e dulur,
de tegnìli preziùsi e cun Amur.
Ezio Maifrè
Per il 150° Anniversario dell'Unità d'Italia
Patria, Italia, Tirano e dialetto
La mia Patria è l'Italia,
l'Italia è la mia famiglia,
Tirano è il mio paese benedetto,
dove si parla ancora il dialetto.
La Patria è la mia mamma,
l'Italia è la mia sposa,
il mio cuore è per la bella Tirano,
per un dialetto sincero come il pane.
Patria, Italia, Tirano e dialetto,
quattro stelle che brillano in cielo,
che portano gioia, amore e dolore,
da tenere preziose e con Amore.