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Michele Falciani. Dal Paese di Terra Cotta
13 Luglio 2011
 

Il tema di fondo è sempre il sogno, condiviso da tutti perché sognare è vivere. Oggi eravamo in tanti, lo spazio del laboratorio era un po’ stretto, ma siamo riusciti a lavorare gomito contro gomito. Sogniamo uno spazio più grande per dare sfogo alla creatività e per avere sotto mano e a vista il lavoro che di settimana in settimana cresce e si definisce, prende forma come un bimbo nel grembo materno. Ma siamo grati per quello che abbiamo gratuitamente. Nel paese di Terra Cotta le case hanno i tetti rossi, sono a due piani, una sola porta per entrare e per uscire. Finestre con persiane verdi e fiori multicolori ai balconi, con persone affacciate per salutare chi passa. Un camino fumante indica che nella casa c’è vita, il fuoco è acceso. Splende il sole per tutti gli abitanti del borgo. Insieme si parla (poco) quando serve. Si fa, si usano le mani per modellare e il cuore per trasmettere i nostri sentimenti. Si scherza, si ride e si costruisce un pezzo del mosaico che abbiamo in mente, e non solo. Lo abbiamo disegnato, discusso sul come e quando. Fissato i tempi. Il dodici maggio va collocato. Il nuovo pannello oggi riqualifica e caratterizza l’ingresso del Collegio di Sondrio che per l’occasione viene dedicato a Maria Alessandria.

La composizione questa volta è rettangolare. Quattro grandi fiori solari, come girasoli simboleggiano la vita nelle quattro direzioni (punti cardinali). Fiori, ma soprattutto frutti si collocano intorno alla piastrella che riporta con tecnica a “stiacciato” (bassissimo rilievo) poco più di quello delle monete, il volto di Maria. “Fai agli altri quello che tu vorresti che gli altri facessero a te”. Soccorrere una collega e donare la propria vita senza esitazione è un gesto che solo pochi riescono a fare. Che bella persona! Che lineamenti. Tocca sempre a me cavarmela nei ritratti. Non è facile da una foto, senza averla mai vista dal vivo, rendere dei volumi, e allora vi racconto come ho fatto. I collaboratori hanno preparato la piastrella 20x20 unica come Maria. Da solo mi sono seduto in silenzio meditativo. Ho raccolto le mie abilità e sottovoce ho chiesto (a lei) di aiutarmi a cogliere la sua bellezza e i suoi lineamenti senza stravolgerli. Spero che nessuno mi prenda per matto, ma lo dico lo stesso. Le mani, come guidate da una forza, hanno modellato l’argilla e inciso ogni particolare del volto. Quanta gioia nel vedere le forme degli occhi, della bocca e del naso combinarsi nei suoi lineamenti. Tutto di getto e senza ripensamenti per non perdere la freschezza del segno sulla materia plastica. E non vi dico i complimenti degli abitanti del paese di Terra Cotta nel vedere il volto di Maria Alessandria. Non poteva mancare il nostro logo e perché no, la piastrella del 150° dell’Unità d’Italia, dare una data certa nel tempo usando un’immagine e non dei numeri. Il nome dell’infermiera Maria Alessandria, inciso nelle piastrelle ingobbiate. Realizzare le piastrelle è diventato un gioco, gioco antico e sempre nuovo. Tutti sanno cosa devono fare, senza esitare, e se qualcosa non riesce insieme si cerca di agganciare l’idea iniziale dell’autore e a volte con piccolissime modifiche, tutto ritorna, il cuore e gl’occhi si appagano. Io sono là, in quell’insieme presente e vivo con il mio segno, visibile e tangibile. Le emozioni che non sempre sono leggibili quelle le racconterò a chi mi chiederà oppure le dirò sottovoce per farmi sentire da chi mi vuole ascoltare.

La festa è grande nello scoprire alla vista del pubblico un nuovo lavoro che premia il nostro impegno. Dal 2008 abbiamo imparato tante cose e l’argilla è, per noi tutti, il piacere di stare insieme. Facciamo cultura in gruppo, affermando la nostra personalità, abbattendo pregiudizi, condividendo spazi vecchi e nuovi, adattandoci e gustando felici i risultati, comunicando pensieri buoni. Credere in noi, capaci di fare tanta bellezza con un materiale molto povero, cotto come il pane con il fuoco e la passione. Alcuni si specializzano a realizzare fiori grandi, frutti di ogni genere, chi uccelli, chi volti, figure e gli espressivi fanno parlare i sentimenti profondi dell’anima. Vivere insieme, facendo festa, cantando e suonando. E quando si fa festa è obbligo consumare insieme il cibo.

Comporre per moduli quadrati di cm 10 di lato e 1 di spessore, orditi come in un tappeto, verticale e orizzontale, dinamico e statico. L’opera ha richiesto qualche mese di lavoro. Si possono contare 42 piastrelle. Manipolate una alla volta. Il colore caldo della terra cotta con le sue sfumature, gli ingobbi di tenui colori. Persone attive che ricreano la bottega, a ognuno viene assegnato il lavoro che può fare. Incoraggiati, si mettono alla prova con il loro maestro che è lì per loro di fronte e a fianco per dire e per fare, per affermare che ci siamo, che esistiamo e che insieme continueremo a costruire il paese di terracotta… terra… acqua… aria… fuoco, vita.

 

Michele Falciani

(per 'l Gazetin, estate 2011)


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