Care amiche, cari amici, caro Marco Pannella, per opportuna notizia, davvero auspicando la vostra autorevole presenza, vi trasmetto, ancor prima di girarlo alla stampa, l'invito ad incontrarci nel corso della manifestazione che, come Direttori Penitenziari, terremo il giorno 6 luglio p.v. innanzi a Palazzo VIDONI, per protestare contro il Governo e quella classe politica che sta facendo macelleria di diritti sia delle persone detenute che degli operatori penitenziari, negando ai primi la dignità di un sistema carcerario civile, ai secondi quelli che afferiscono il trattamento giuridico ed economico di lavoratori in uno dei settori del pubblico tra i più difficili e tormentati, che segnerà per sempre le loro vite, anche quando, ove ne avranno la fortuna, se ne andranno in pensione.
Vi aspettiamo davvero con sentimenti di stima ed amicizia.
Enrico Sbriglia
Segretario del Sindacato
dei direttori e dirigenti penitenziari
Per la prima volta nella loro storia, i direttori delle carceri e quelli degli uffici dell’esecuzione penale esterna, con le loro principali sigle sindacali (SI.DI.PE., CISL, DPS, CGIL, UIL), scendono in piazza a ROMA per protestare sullo stato penoso del sistema carcerario italiano. Il SI.DI.PE. (Sindacato dei direttori e dirigenti penitenziari) ha curato per l’occasione anche una singolare propaganda attraverso manifesti ed altro.
“PRIVATI DEI DIRITTI, GARANTIAMO I DIRITTI”: è uno degli slogan studiati per l’occasione, che campeggiano nei manifesti che il SI.DI.PE. esibirà dalle ore 11:00, di fronte al Fortino del Ministro BRUNETTA, in Corso Vittorio Emanuele II, Palazzo Vidoni, sede del Ministero della Pubblica Amministrazione e dell’Innovazione, già Funzione Pubblica.
“CON VOI LO STATO È PRECARIO”, recita provocatoriamente un altro dei manifesti, per protestare contro il fatto che ben da sei anni, da quando c’è stata la riforma della dirigenza penitenziaria nel 2005, i direttori delle 206 carceri italiane e degli uffici dell’esecuzione penale, che cura le misure alternative alla detenzione, non hanno contratto: funzionari senza regole, così come sta drammaticamente avvenendo anche per le carceri; le norme, pur previste, vengono sistematicamente violate a causa del sovraffollamento della popolazione detenuta (oltre 67 mila prigionieri) ed il mancato conferimento di personale e fondi economici.
“DIAMO SICUREZZA MA NON ABBIAMO SICUREZZA”, così recita un altro slogan, che intende sottolineare come risultino opache le disposizioni che attualmente vengono applicate nei loro confronti, determinando una continua situazione d’incertezza giuridica.
“CONTRATTO E LEGALITÀ SONO QUESTE LE FINALITÀ”, così l’ultimo manifesto prodotto, richiamando come i direttori penitenziari siano diventati dei novelli sanspapier di Stato.
Nel corso della manifestazione, saranno distribuite delle COPIE DELLA LEGGE PENITENZIARIA, appositamente edite dal SI.DI.PE., LISTATE A LUTTO, consentendo a chiunque di rendersi conto di quanta distanza c’è tra ciò che la legge impone e quello che realmente si fa (in materia di salute, prevenzione, sicurezza).
Sono 30 i detenuti che dall’inizio dell’anno si sono suicidati nelle pericolose carceri italiane, diversi sono stati anche gli operatori penitenziari che si sono tolti la vita negli ultimi anni: Guantanamo è qui e non a Cuba!!!
La disattenzione verso i diritti di tutti gli operatori penitenziari ripete la stessa disattenzione verso i cittadini detenuti, prova di uno stato che progressivamente e velocemente sta diventando illiberale.
Il Segretario Nazionale del SI.DI.PE., Sbriglia, afferma che non è contrario all’amnistia, soprattutto se servirà a riportare dentro una cornice di reale legalità il sistema penitenziario, destinando le risorse finanziarie che si libereranno per il minor carico di detenuti, verso il rilancio del sistema penitenziario, mettendo finalmente “a norma” le strutture carcerarie, assumendo educatori, psicologi e personale della polizia penitenziaria, sostenendo ed incentivando i contratti di lavoro dei dirigenti penitenziari e di tutto il restante personale, ridimensionando il “Moloch” del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e assicurando che ogni carcere abbia il numero di dirigenti e commissari di polizia necessari, piuttosto che destinare i più furbi e protetti altrove, non consentendo che il DAP continui ad essere il comodo rifugio di magistrati sottratti dai luoghi di giustizia e collocati, fuori ruolo, per occupare incarichi destinati alla dirigenza penitenziaria, insomma razionalizzando il sistema oggi impazzito e pericoloso.
Nell’occasione i direttori penitenziari, che verranno da tutta Italia, saranno felici d’incontrare i parlamentari di ogni schieramento politico e quanti hanno a cuore le sorti del sistema carcerario, per spiegare ulteriormente la loro civile rabbia.
SI.DI.PE.
Sindacato dei direttori e dirigenti penitenziari
(da Notizie Radicali, 4 luglio 2011)