«Mi hanno espulso dal Combinado del Este con queste parole: Lei non è autorizzata a stare qui. Ma prima ho potuto parlare per 20 minuti con due italiani reclusi da oltre un anno che sono ancora in attesa di processo».
Ricordiamo i fatti. Siamo nella metà del mese di maggio del 2010, una studentessa cubana di 12 anni muore apparentemente per overdose. Le indagini si svolgono con la tipica segretezza cubana, senza clamori di stampa. Il corpo dell’adolescente viene rinvenuto in stato di decomposizione nei pressi di una discarica di Bayamo. L’autopsia rivela - senza ombra di dubbio - che la morte è in relazione a un eccessivo consumo di droga. Alla fine vengono arrestati tre italiani, ritenuti coinvolti nel crimine, e sono subito rinchiusi nel carcere del Combinado del Este. Giacinta Oddi, incaricata dell’ambasciata italiana, si reca a far visita ogni giorno ai tre prigionieri: Simone Pini, Luigi Sartorio e Angelo Malavasi, coinvolti nel caso, che hanno sempre professato la loro innocenza.
La blogger cubana Yoani Sánchez afferma: «Ho ricevuto lettere disperate da parte dell’italiano Simone Pini, che mi hanno convinto ad andare a fargli visita in carcere, cosa che ritengo mio dovere di giornalista che racconta il quotidiano». Secondo la Sánchez il Combinado del Este è una «prigione triste, piena di prigionieri». A suo parere il principale motivo del sovraffollamento carcerario è che «nel nostro paese troppe cose sono proibite».
Simone Pini ha dichiarato che non si trovava a Cuba il 14 maggio, quando successe il tragico incidente fatale, ma la polizia sostiene di avere le prove del suo ingresso anteriore nel paese, in forma clandestina, nonostante il visto ufficiale sul passaporto. Pini ha scritto in una lettera alla famiglia italiana di essere arrivato a Cuba dieci giorni dopo il fatto, per far visita al figlio e alla moglie che vivono a Cuba. Yoani Sánchez ha parlato con Pini e subito dopo ha scritto su Twitter: «Non so dire se quest’uomo sia colpevole o innocente, ma so che si trova in prigione da oltre un anno e non ha ancora avuto un regolare processo». Le accuse contro Pini sono molto gravi: procurato omicidio, traffico di droga e sfruttamento della prostituzione infantile. Rischia fino a vent’anni di reclusione. Gli altri due italiani: Luigi Sartorio e Angelo Malavasi, di Vicenza, si trovavano alla festa del 14 maggio che provocò la morte della studentessa per overdose.
Le autorità cubane non rilasciano molte informazioni sul caso e l’avvocato che rappresenta i tre italiani non ha potuto visionare il fascicolo penale.
Gordiano Lupi