Che volto ha il vento del cambiamento nel Bahrain? Quello di Ayat al-Qarmezi, ventenne, donna, poetessa. Nel febbraio scorso, Ayat ha preso la parola pubblicamente durante un raduno di piazza che intendeva chiedere riforme al governo del paese. Ha recitato una sua poesia, che conteneva questi versi: «Noi siamo la gente che ucciderà l'umiliazione ed assassinerà la miseria / Non udite i loro pianti? Non udite le loro grida?». Per questo la sua casa è stata devastata dalla polizia, i suoi fratelli minacciati di morte se lei non fosse stata consegnata, ed è infine stata condannata il 12 giugno ad un anno di prigione.
Sono passati sei miseri giorni in cui, fino ad ora, i suoi carcerieri le hanno frustato il viso con un cavo elettrico, l'hanno tenuta in una cella minuscola a temperatura da congelamento e l'hanno costretta a pulire le tazze dei bagni con le nude mani.
Pensarci mi causa sofferenza, ma nulla di quel che le hanno fatto mi sorprende. Il volto di Ayat è un volto di donna, il volto di Ayat è la speranza e la trasformazione, e le sue mani hanno prodotto bellezza. Ascoltate:
«Noi non viviamo in un palazzo
e non cerchiamo il potere
noi siamo le persone che
frantumano l'umiliazione
e rigettano l'oppressione
con la pace come nostro strumento
noi siamo le persone che
non vogliono che altri vivano nelle Ere Oscure».
Amnesty International, Human Rights Watch ed il quotidiano britannico The Independent stanno vivacemente protestando per il trattamento inflitto alla giovane donna e ad altri prigionieri arrestati per aver partecipato a dimostrazioni e condannati da tribunali militari. La risposta del governo del Bahrain, per il momento, è che farà causa al quotidiano inglese (difficile farla alle organizzazioni pro diritti umani...) per aver «orchestrato una campagna diffamatoria» nei suoi confronti. Non credo che sia legalmente possibile, ma qualche idiozia dovevano pur dirla. D'altronde, il 16 giugno The Independent titolava: “Liberate Ayat subito, dice Amnesty al regime di Bahrain”, un delitto davvero senza pari... non c'è paragone con le torture che Ayat ha subito.
Vediamo se riesco a farmi denunciare anch'io. Alle autorità del Bahrain: Liberate Ayat al-Qarmezi. Liberatela. Liberatela subito. Non affamateci di un'altra sorella mancante, non deprivateci del suo viso e delle sue mani, non toglieteci le sue poesie.
Non ho trovato la petizione a suo sostegno
sul sito italiano di Amnesty International,
ma su quello inglese c'è: QUI.
Maria G. Di Rienzo
(da Telegrammi della nonviolenza in cammino, 20 giugno 2011)