Siamo evidentemente soddisfatti del risultato.
Un grande risultato per la democrazia e la società civile.
Anche in provincia di Sondrio, seppure meno che in altre zone, si è registrata una partecipazione straordinaria. Del resto, già in tempi non sospetti avevamo affermato che dove la gente ha toccato con mano la privatizzazione, sarebbe andata a votare. In quelle zone i picchi di affluenza sono stati assai alti. In Provincia di Sondrio, come altrove, la metà della popolazione ha compreso che, al di là dei proclami, l’acqua bene comune correva un pericolo… non è vero che tutto era ed è a posto; c’è ancora molto da fare…
Sappiamo che non è finita. Ora si sentirà parlare del pasticciaccio brutto del voti degli Italiani all’estero e del referendum della Sardegna, ma è evidente che non potranno buttare tutto alle ortiche, anche in considerazione del fatto che il quorum ha superato largamente il fatidico 50% + 1 degli aventi diritto.
Ora vedremo quali passi muoverà il governo centrale sui temi dell’acqua…
Dovrà muoversi in fretta se non vuole determinare un altro pasticcio, l’ennesimo, dato da un vuoto normativo.
Sappiamo che i risultati del referendum sul legittimo impedimento avranno riflessi sulla posizione del Presidente del Consiglio dei Ministri e questo potrebbe cambiare gli scenari e gli assetti delle alleanze della maggioranza. La situazione è molto fluida e non possiamo fare previsioni precise.
Per le prossime ore ci gustiamo questo meritato successo, conquistato con la fatica di molti e ad armi impari, che rende giustizia e ripristina i più elementari principi della democrazia, preannunciando sin d’ora che rimarremo vigili e attivi.
Perché comunque questo è solo l’inizio di una nuova cultura dei beni comuni che determinerà un cambiamento anche nella classe politica…
A chi accusava i comitati di essere l’antipolitica, rispondiamo che i comitati hanno occupato un vuoto lasciato libero da quella politica/partitica incapace di autoriformarsi, di rinunciare ad una rendita di posizione che sa di “stantio”. Rispondiamo che la gente evidentemente ha bisogno di essere ascoltata ed è capace di autoorganizzarsi per puntare ad un futuro che coniughi sviluppo con giustizia sociale ed ambientale. Il messaggio dei comitati è stato chiaro e la gente capisce cosa vogliamo e dove vogliamo andare tutti insieme senza personalismi o rendite di posizione. Disposti ad autotassarci, a fare sacrifici, a stare in mezzo alla gente, ad ascoltare, a discutere e rispettare…
Incomincia una partita nuova… cadono alcuni paradigmi del ventunesimo secolo e la volontà popolare è chiara e non potrà essere ignorata.
È stata una campagna straordinaria che ha attraversato ogni angolo del Paese con determinazione e il popolo italiano ha risposto, dimostrando come un'intera società sia in movimento per la riappropriazione sociale dell'acqua e dei beni comuni e per riconquistare la democrazia.
Da oggi niente sarà più come prima.
Le donne e gli uomini di questo Paese hanno detto con meravigliosa chiarezza che un altro mondo è possibile, che la gestione dell'acqua dev'essere pubblica, che i beni comuni devono essere difesi, che un'altra democrazia è necessaria.
Questo limpido voto dice anche quali dovranno essere i prossimi passi.
L'abrogazione del famigerato decreto Ronchi richiede una nuova normativa. Dal 2007 è depositata in parlamento una legge d'iniziativa popolare, promossa dal Forum italiano dei movimenti per l'acqua con oltre 400.000 firme: dev'essere immediatamente portata alla discussione ampia e partecipativa delle istituzioni e della società; devono essere riconvocati gli ATO e le assemblee territoriali che definiscano tempi e modi della ripubblicizzazione del servizio idrico in ogni territorio.
È stata una straordinaria traversata per l'acqua e la democrazia.
È il tempo della festa. In tutte le piazze. Con tutte le donne e gli uomini che ci hanno creduto.
Ora possiamo guardare al futuro con nuova fiducia.
Martina Simonini e Andrea Patroni
Per il comitato 2 sì per l’acqua bene comune