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Paolo Diodati. Màrinov e Marconi
04 Giugno 2011
 

«Il mondo deve a Marconi l’invenzione e il graduale perfezionamento della radio che egli, con una fede e una volontà incrollabili, seppe sviluppare attraverso difficoltà, dubbi ed anche derisioni». (Enciclopedia Motta, IV. 37)

Ho riportato queste parole all’inizio dell’ultimo capitolo di un libro che ho voluto dedicare al fisico bulgaro Stefan Màrinov, suicidatosi nel 1997 a Graz, in preda alla depressione per difficoltà economiche e per le derisioni, gli sberleffi della scienza ufficiale nei confronti delle sue battaglie scientifiche. Di questo fisico sfortunato ho apprezzato la passione indomabile verso certe tematiche scientifiche. Una passione che lo portò alla fame, tanto da sfamarsi, con mele a pranzo e mele a cena che “rubava” ai cavalli che accudiva.

Titolo del ricordato ultimo capitolo del libro: “Màrinov e Marconi”. Due nomi, due storie, per evidenziare il ruolo della fortuna nelle vicende umane e, quindi, anche nella scienza.

E spieghiamo ancora una volta il perché del Marconi simbolo quasi imbattibile dei “fortunati”.

Solo i non informati sostengono che l’ostracismo del mondo accademico italiano nei confronti di Marconi e dei suoi esperimenti, fosse dovuto al fatto che fosse un autodidatta non laureato.

Di fronte alla logica, se il non “titolato” sta con la logica e l’accademico sta contro la logica, siatene certi che i ragionamenti del non titolato, s’imporranno su quelli che contraddicono la logica.

L’ostracismo dei colti (titolati e non) a Marconi, che portava, come su riportato, alla sua feroce derisione, era dovuto al fatto che tutte le persone con cultura fisica, sapevano che le onde radio, in base a decine di evidenze e quindi alle equazioni di Maxwell, erano e sono onde elettromagnetiche con natura del tutto simile alle onde luminose. E tutti sapevano, e potevano ricontrollare, che la luce seguiva e segue percorsi rettilinei. Marconi, buggerandosene delle evidenze e della teoria che le spiegava, sperava che le onde radio potessero viaggiare “incurvandosi”, permettendo così di collegare due punti della Terra, non appartenenti a una stessa linea retta. Poincaré, accademico di Francia, mise per iscritto la spiegazione dell’impossibilità del collegamento radio impeccabile di fronte alle leggi della fisica e delle conoscenze di allora. Tali conoscenze permettevano di stabilire il limite oltre al quale le onde radio viaggiavano “troppo in alto” per poter essere ricevute (si mise in ridicolo il tutto, proponendo la costruzione di pilastri o edifici sempre più alti, per restare sulla retta seguita dalle onde). Ma Marconi continuò imperterrito per la sua strada, in cerca di record da battere (distanza crescente tra sorgente e ricevitore). E per questo venne deriso, insultato con l’accusa non solo di essere ignorante, ma anche cocciuto, al limite della stupidità. Avesse avuto una laurea in fisica e ci fosse stato l’ordine dei fisici, sarebbe stato radiato e gli avrebbero tolto il titolo di dottore. Questa è la storia, per chi la sa. Chi non la conosce farebbe bene a studiarsela.

Se Marconi fosse vissuto su Marte o su Venere, sarebbe stato uno dei tanti ignoranti e fissati al limite della mania. La sua fortuna fu che la Terra, a differenza di quasi tutti i pianeti del sistema solare, è circondata da un particolarissimo guscio d’aria (la ionosfera) che fa rimbalzare le onde radio con cui giocherellava Marconi.

Nessuno poteva ipotizzare che la ionosfera potesse generare un simile fenomeno di rimbalzo o più esattamente, di riflessione…

 

E veniamo a chi, non conoscendo evidentemente la storia, continua a inviare commenti acidi, perché ho osato tirare in ballo il caso Marconi, parlando della clamorosa notizia della sperimentazione a livello mondiale del bicarbonato di sodio come antitumorale, citando, doverosamente, il famigerato dottor Simoncini.

Il parallelismo, attualmente, calza benissimo. Ecco, in sintesi, il perché.

Attualmente nessuno è in grado di dare una spiegazione unica all’insorgenza dei tumori, né indicare una terapia unica per la cura di tutti i tipi di tumore. Quindi, campo in cui non tutto è noto (anzi…). Come non tutto era noto quando Marconi era deriso per i suoi esperimenti “da ignorantello”.

La medicina ufficiale ha preso in considerazione l’uso di antiacidi e, addirittura, del bicarbonato di sodio, reso famoso, a torto o a ragione, piaccia o non piaccia, dal vituperato dottor Simoncini.

Da deriso, radiato e degradato (le ultime due “punizioni” era impossibile infliggerle a Marconi, altrimenti non ci avrebbero pensato due volte a farci ricorso), nel suo piccolo, il dottor Simoncini ha avuto, se volete momentaneamente (ma nessuno può fare previsioni) un percorso simile a quello di Marconi, che non disponeva neanche di una spiegazione logica o di un modello da proporre.

Da deriso alla soddisfazione di essere considerato un apripista (dai non iper-prevenuti).

 

Un’ultima osservazione: il titolo dell’articolo sul Simoncini (ironico, ma logico) lascia aperta la possibilità che “il degradato” abbia azzeccato per puro caso l’efficacia (limitata quanto volete) del bicarbonato. Altro forte motivo per ricordare la “sfacciata fortuna” di Marconi che, partendo da ragionamenti totalmente errati, si ritrovò, per puro caso, ad avere ragione.

 

La prossima volta parlerò di un altro recordman della fortuna: il “sismologo Giampaolo Giuliani”.

 

Paolo Diodati


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