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Pedro Pablo Oliva e la repressione a Cuba
www.pedropablooliva.com
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25 Maggio 2011
 

Subito sconfessate dai fatti le opinioni dei vescovi

A Cuba è forte solo la repressione

 

 

Pedro Pablo Oliva (foto), il pittore di Pinar del Río che si è visto chiudere il laboratorio per presunte simpatie con settori della dissidenza, ha scritto: «Mi accusano di aver reso pubblico il mio pensiero nel terreno della dissidenza! Posso solo dire che per esprimere opinioni non temo nessun tipo di spazio. Mi imputano di tenere relazioni di amicizia con certi elementi controrivoluzionari. Rispondo che gli amici me li scelgo da solo! Sono un uomo che non sa tacere di fronte alle cose che considera sbagliate. Non esistono società in cui tutti pensano allo stesso modo, perché non esistono terreni tanto polemici come la politica e l'ideologia. Cuba non finisce con i suoi confini e verrà il giorno in cui potrà accogliere tutti i cittadini sparsi per il mondo. Ho diritto ad avere dei dubbi e devo poter aprire il mio laboratorio di pittura anche se non condivido l'ideologia al potere. Questa terra ci appartiene come diritto di nascita. Non è frutto di un diritto assegnato dal partito!»

 

Yoani Sánchez si è schierata subito dalla parte del pittore di Pinar del Río, dedicando alla sua situazione un post di Generación Y e alcuni Twitter. A suo parere è quasi impossibile essere un intellettuale indipendente in un Paese retto da Istituzioni Inique. Tra l'altro si è verificato un nuovo episodio di intolleranza perché è stato espulso il blogger Henry Contantin dalla sua scuola, l'Istituto Superiore d'Arte. Contantin è membro della rivista Convivencia. Tutto ciò dimostra che le dichiarazioni dei due vescovi cattolici a La Republica - in tema di democrazia a Cuba - sono state eccessivamente ottimiste. Yoani rincara la dose: «Studiare a Cuba è gratis, ma comporta un bavaglio ideologico. Preferirei pagare ma essere libera. Il denaro rende più indipendenti che il dispotismo!» E ancora:

«Voglio avvertire il governo cubano: se mi lasciano libera di viaggiare perdono, se non mi lasciano viaggiare perdono lo stesso. Da qui racconto l'Isola grazie a Twitter!»

 

Il suo grido disperato è sempre lo stesso: «Che finiscano le purghe, le accuse per motivi ideologici, la demonizzazione dei non conformi. Non devono più esserci esclusioni!»

Yoani vorrebbe una vera Cuba libre!

 

Gordiano Lupi


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