Un Festival, di qualsiasi arte tratti, rappresenta un’occasione straordinaria per conoscere, scambiare, riflettere, in una parola sola per “crescere”. Certamente organizzarne uno dev’essere un’esperienza appagante, ma allo stesso molto impegnativa, sia in termini di risorse sia in termini di energia fisica e mentale. Come al solito quando sto preparando un nuovo numero del nostro inserto “vago” in internet alla ricerca di qualcosa di particolare da raccontare e questa volta mi sono imbattuta nel sito di TreviglioFestival. Ho pensato subito di contattare il Direttore di questa interessante e originale iniziativa per proporgli un’intervista. Cristiano Poletti (foto), che ringrazio, ha accettato immediatamente di rispondere a qualche mia domanda.
Per chi fosse interessato a maggiori informazioni può consultare il sito ufficiale dell’iniziativa: www.trevigliopoesia.it
– Da quanti anni viene organizzato il Festival di Treviglio? Come e perché nasce?
“TreviglioPoesia” ha avuto inizio nel 2007 e quest’anno giunge alla quinta edizione. L’idea era e resta quella di coniugare il mondo della poesia, protagonisti e interpreti della parola poetica, con l’esperienza della video arte e della documentazione video. Fin da subito il nostro interesse era scoprire quanto di più interessante vi fosse intorno a quella che in principio chiamavamo “video/poesia”, proprio con la caratteristica di associare, pur nella giusta distinzione, queste esperienze artistiche. Portare nel contesto in cui viviamo nomi importanti della poesia, italiana e internazionale, così come artisti di fama provenienti dal teatro sono state anzitutto occasioni di conoscenza che semplicemente abbiamo desiderato condividere con il territorio, estendendo, esponendo questo nostro percorso alla città, animandola. Forse è questa voglia di condivisione il motore fondamentale.
– Quali sono le attività principali di questa iniziativa?
Incontri, dialoghi, interviste, letture, spettacoli. E poi conferenze: la parola poetica vista attraverso lo sguardo della filosofia o mediante l’intervento della critica. Gli ospiti, negli anni, sono stati: Franco Loi, Maurizio Cucchi, Vivian Lamarque, Antonella Anedda, Valerio Magrelli, Milo De Angelis, Tony Harrison, Carlo Sini, Paolo Nori, Umberto Petrin, Marina Spada, Lella Costa, Giuseppe Cederna. In parallelo, entro un contenitore di quattro giorni densi di appuntamenti, c’è la nostra insistenza sulla “frontiera” costituita dalle tante possibili intersezioni creative tra parola e immagine, con i premi cui negli anni abbiamo dato vita: La parola immaginata, concorso di video poesia nato a partire dalla seconda edizione; Vite in versi, premio nato lo scorso anno con lo scopo di sostenere la produzione di un documentario su un poeta vivente e poi Avrà i tuoi occhi, concorso dedicato all’incontro tra fotografia e poesia, dedicato nella passata edizione ad Alda Merini, quest’anno a Pier Paolo Pasolini.
– Quali scopi si prefigge e quali risultati avete ottenuto finora?
Lo scopo principale è continuare il percorso di un Festival che continui a offrire nuovi stimoli e mantenga viva la curiosità del pubblico. Il programma ogni anno trova contorni differenti, ma ci piace pensarlo sempre variegato: con l’andare delle edizioni abbiamo coinvolto poeti emergenti, abbiamo fatto incontrare filosofia e poesia, tematizzando fortemente alcune serate e offrendo molti eventi diciamo “laterali”, chiamati “I cortili della poesia”, spettacoli di musica e poesia, poesia e danza, canzone d’autore e teatro che si svolgono in alcuni bellissimi cortili del centro storico. Un risultato importante è senz’altro la partecipazione di pubblico che negli anni è cresciuta, e questo ci incoraggia molto. Tra gli scopi, invece, da qualche tempo c’è l’idea di poter produrre lavori di videopoesia. Abbiamo raccolto qualche idea, a cominciare da nostri materiali d’archivio, racchiudendola in un magazine on-line e in altre pagine che stiamo lanciando sul web.
– A chi si rivolge il Festival e chi fosse interessato a partecipare in qualità di artista quali passi deve compiere per poter aderire al vostro progetto?
“TreviglioPoesia” vuol essere sostanzialmente una festa popolare. Può sembrare strano che dica questo, ma io penso che la poesia, anche se oscura e difficile a volte, possa e debba parlare a chiunque. Noi cerchiamo di muovere la curiosità di chi la frequenta come lettore, autore, appassionato, come di chi normalmente non la frequenta. Vogliamo incontrare il pubblico, è questo che conta, e che sia il più vario possibile. Quanto ad artisti che vogliano partecipare, siamo aperti a vagliare tutte le proposte, anche a partire da un semplice contatto e-mail. Dopodiché, com’è ovvio, valutiamo, scegliamo.
– Da quanto tempo si occupa del Festival in veste di Direttore?
Sin dal principio, come dicevo. Il Festival nasce per iniziativa di un carissimo amico, Emanuele Rozzoni. Venne ad ascoltare una mia lettura di poesie, in estate, dicendomi che mi voleva proporre “una cosa”... Qualche giorno più tardi venne a casa mia con le idee già piuttosto chiare sulla natura del Festival. Di lì cominciammo a costruire, io con alcune conoscenze nell’ambiente della poesia, lui con maggiori competenze nell’ambito della videoarte. Col tempo, poi, si sono unite altre persone, altri amici, con i quali si è creata un’ottima sinergia di lavoro.
– Ci sono dei momenti significativi che ricorda particolarmente?
Sono tanti, davvero, i momenti piacevoli, intensi. Senz’altro la lettura svolta da Tony Harrison e la conferenza di Carlo Sini sono state pagine emozionanti. Insieme ad altre, certamente. Ricordo l’inizio, con la splendida lettura di Mariangela Gualtieri nella prima serata. E, personalmente, non dimentico l’incontro con Valerio Magrelli, autore che amo moltissimo. Un onore averlo avuto con noi. Poi di momenti ce ne sono stati e ce ne sono anche di difficili: la complessità organizzativa, le difficoltà di budget, qualche appuntamento probabilmente meno riuscito… Ma è tutta esperienza ed è proprio l’esperienza, in generale ad essere significativa. Crescere con una soddisfazione che si realizza anno per anno.
Cristiano Poletti è nato a Treviglio, in provincia di Bergamo nel 1976. Laureato in Storia a Padova, lavora nell’amministrazione dell’Università di Bergamo. Ha pubblicato due libri di poesia, Mari diversi (Book, 2004) e Non Nome (Manni, 2007). È direttore artistico di “TreviglioPoesia –festival di poesia e videopoesia”.
Paola Mara De Maestri
(dalla “Bottega letteraria” n. 50 – 'l Gazetin, aprile 2011
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