A seguito di un mio articolo “Milano senza Moratti”, scritto e inviato più di un mese prima delle consultazioni, ricevo dal mio amico Guido.... la seguente mail.
Lo stesso mi aveva apostrofato per eccesso di ottimismo, comunicandomi che se avessi avuto ragione avrebbe offerto da bere a tutti i suoi amici.
Allora non “sparai” nel mucchio, bensì feci una riflessione molto attenta, evidenziando l'intervento di Tettamanzi che, in una omelia in cattedrale, scriveva l'epitaffio sulla tomba del berlusconismo.
Disse Tettamanzi:
«Perché molti agiscono con ingiustizia, ma non vogliono che la giustizia giudichi le loro azioni?»
I milanesi, ma solo quelli dotati di capacità autonoma di giudizio, capirono il messaggio e agirono di conseguenza.
Ma la partita non è conclusa, perché da oggi al giorno del ballottaggio emergerà tutta la potenza di fuoco dei due alleati Moratti e Berlusconi; sono stati alleati politici in vista delle votazioni, si trasformeranno in alleati economici per tentare di vincere e recuperare quel seggio da dove si amministreranno gli appalti per l'Expo 2015, già da tempo nei progetti e programmi delle cosche camorriste, 'ndranghetine e mafiose. Ritorna così l'invito perentorio che fu di Borrelli:
Resistere! Resistere! Resistere!
Perché le sirene delle promesse canteranno in maniera ossessiva, e quel canto potrebbe assumere i toni del Deguello, come segnale di morte della giustizia, della libertà, della democrazia, del lavoro, della solidarietà.
Rosario Amico Roxas
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Caro Rosario,
hai colpito nel segno... abbiamo brindato con spumante di Valdobbiadane, ieri. Festa grande. E c'erano anche dei 'moderati' tra noi.
Ma tu non sai che cosa succede sui tram a Milano, nei bar, alle fermate dell'autobus. Prende fuoco anche l'aria.
Vedi anziane signore maledire il Nano, signori con il panciotto imprecare al falsario, all'imbroglione. Le battute si sprecano.
Milano ha un suo humor dialettal-colorito che sbuca fuori dalla gente quanto meno te l'aspetti.
Io sono convinto che ci risiamo con le 5 Giornate, con il 25 aprile 1945, con la caduta della Monarchia, con la cacciata di democristiani e socialisti con Mani Pulite.
Il PDL non è un partito, è una cosa di cartapesta, inventata lì per lì, sostenuta da una massa finanziaria impressionante.
La lega è un birroccio di famiglia, che per vivere ha bisogno di continue nuove fregnacce: sparare sui Terroni e Siciliani, Cancellare Roma Ladrona, far affondare i barconi degli immigrati, raccogliere l'acqua del Monviso in beutine da chimica, insegnare il Lumbard e non l'inglese, Inventarsi una Padania che non esiste. Tutta questa gente sta insieme con la Cocoina, con le bustarelle, con la corruzione.
Ma qui la gente non è scema. Al Palasharp hanno dovuto mettere gli schermi giganti fuori: era pieno come un uovo: scene di giubilo e di consenso incredibili. Io partecipavo e ho detto: Berlusconi è finito. Non credevo che avvenisse in tempi così rapidi ma il peso delle corbellerie, delle false polemiche,degli errori clamorosi è enorme. Vedrai che tutta questa raccolta di patacche finirà nell'immondizia.
Al seggio una signora molto ben vestita e florida ostentava un grosso disco di metallo con su scritto: BERLUSCONI. L'ho apostrofata ad alta voce, ho invitato il Presidente del seggio a provvedere. Le persone presenti erano TUTTE solidali con me.
Credimi Rosario, la tua lunga incrollabile fatica avrà successo.
Ciao
Guido
Dal carcere al Consiglio comunale di Quarto
Berlusconi: «Ora smascheriamo Pisapia» (Il Messaggero del 18 maggio 2011).
L'ordine è diretto alle fabbriche di fango, e impone di trovare elementi di attacco personale; forse sarà messa anche una taglia su Pisapia e De Magistris: Chiunque possa fornire elementi di accusa contro i due avrà riservato uno scranno di ministro!
Coniati gli slogan:
“Non possiamo lasciare Milano in mano ai Centri Sociali”.
“Non possiamo lasciare Napoli in mano ad un magistrato”.
Ma il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi.
Per non lasciare le due città nelle mani dei nemici giurati, ecco che viene a galla un'altra faccia della medaglia che si voleva far passare sotto silenzio.
Tale Armando Chiaro, già, coordinatore del PdL di Quarto, provincia di Napoli, è stato eletto al consiglio comunale della cittadina, raccogliendo ben 400 voti.
Non sarebbe una notizia se l'avvenuta elezione come rappresentante del popolo elettore non avesse raggiunto il candidato nelle carceri dove si trova rinchiuso con l'accusa di essere il referente politico del potente clan Polverino. Malgrado già in carcere è stato votato, come prova provata del sostegno della camorra alla lista del PdL.
Ecco perché non si può lasciare Napoli in mano ad un magistrato, perché persegue quei camorristi che sostengono la politica del PdL.
Lo stesso dicasi per Pisapia a Milano, dove la penetrazione della 'ndrangheta, della camorra e della mafia è un dato ormai accertato e porre un argine alle operazioni progettate in vista dell'Expo 2015, significa perdere consensi, e fare incazzare quei malavitosi che già si sono spesi a sostegno della lista della Moratti
Rosario Amico Roxas