“Magari è la volta buona, e riuscirò ad avere delle risposte alle mie domande”, mi son detto aprendo il numero di marzo di questa giornale, ma ancora una volta le mie speranze sono state deluse.
Il problema fondamentale è che da cinque mesi sto cercando delle risposte a una semplicissima domanda: perché deve essere migliore l’idea di abolire totalmente l’insegnamento della religione, che nelle modalità attuali previste dalla legge è davvero discutibile, anziché quella di chiedere che tutte le varie posizioni religiose (nonché ateismo e agnosticismo) vengano spiegate senza preconcetti per cercare di ridurre quei contrasti e quei fanatismi che in una società multietnica assurgono sempre più spesso ai (dis)onori della cronaca?
Purtroppo, a oggi, una risposta non c’è stata!!!
Neppure l’intervento a me espressamente dedicato, a cura della Segreteria dell’Associazione Culturale “Scuola e Diritti”, serve minimamente a chiarire le mie perplessità.
L’Associazione preferisce tacciarmi di protagonismo e ingiustificata aggressività e imputare la mia (credo legittima) domanda a un strabismo culturale, se non peggio, e in totale coerenza di pensiero con la propria socia sceglie di ignorare completamente i quesiti che ho posto sottolineando, invece, che nessuno di loro ha mai pensato di censurare o vietare alcunché!
Ma la Segreteria di Scuola e Diritti, così attenta ai miei interventi, deve essere stata colta da un attimo di distrazione se non sa o dimentica che la loro socia, nel numero di novembre, si augurava personalmente l’abolizione dell’insegnamento di qualsiasi religione nella scuola (il neretto è mio). Personalmente ritengo davvero frustrante cercare un dialogo con un interlocutore che non sa, o non vuole, spiegare le proprie idee ed invito tutti a rileggere le affermazioni della Cambieri.
Si dice che “Chiedere è lecito e rispondere cortesia”.
Io ho lecitamente posto almeno una domanda, ma credo che ognuno possa trarre le proprie conclusioni dalle risposte che non sono state date.
Se nessuno, su queste pagine, riterrà opportuno chiarire le mie perplessità non sprecherò ulteriormente il mio tempo e quello dei lettori e terrò per me i miei spiegabilissimi dubbi (nel senso che ho cercato di esporli con chiarezza) e lascerò l’Associazione “Scuola e Diritti” e la sua socia alle proprie inspiegabili (nel senso che non le hanno spiegate) granitiche certezze.
Andrea Salina
(da 'l Gazetin, aprile 2011)