Il dissidente cubano ricorda che Raúl Castro non ha pronunciato una sola parola in tema di libertà, democrazia e diritti umani
«Mi rivolgo alla comunità internazionale affinché promuova la libertà e la democrazia a Cuba», ha detto Payá.
L'oppositore cubano ha dichiarato al giornale cileno El Diario de Cooperativa (www.cooperativa.cl): «All'interno del Partito Comunista non esiste nessuna volontà di aprire alla società civile, anche se Raúl Castro ha parlato di riforme durante il Sesto Congresso del Partito. Il comunismo mantiene chiusa la società cubana e fa di tutto per non concedere nessun spiraglio di libertà».
Payá, leader del Movimento Cristiano di Liberazione e ideatore del Progetto Varela, ritiene «un insulto alla sovranità popolare che un gruppo di generali non eletti mantenga il potere a Cuba».
Alla rivista spagnola www.cadenaser.com Payá ha dichiarato: «I funzionari comunisti hanno parlato dei problemi del paese come se negli ultimi cinquant'anni avesse governato un altro partito. Inoltre parlano solo di economia e di mercato, ma non dicono una parola in tema di libertà e diritti. Qualcuno avrebbe elogiato il generale Augusto Pinochet se avesse permesso la compravendita di case e di auto in Cile? Credo proprio di no, perché il popolo cileno desiderava la libertà durante la dittatura e Pinochet era soltanto un dittatore».
Payá chiede che venga applicato lo stesso metro di giudizio al caso cubano e vuole che il mondo ricordi come durante la dittatura di Fulgencio Batista a Cuba esistevano libertà economiche.
Oswaldo Payá Sardiñas è stato candidato al Premio Nobel per la Pace nel 2011, e nel 2002 ha ricevuto da parte del Parlamento Europeo il Premio Sacharov per la Libertà di Coscienza.
Gordiano Lupi