“Non aspettate la rivoluzione o succederà senza di voi”, Lawrence Ferlinghetti.
Che cos'è il Beat? «Il battito, il ritmo in battere, la pulsazione del cuore, del mondo, di ognuno di noi, l'insistere, l'infinito, l'eterno fluire e scorrere». L'affermazione è di Giulio Casale, musicista, autore e cantattore in scena al Teatro “Filodrammatici” con il suo ultimo spettacolo: The Beat goes on, un lavoro composito, una serie di quadri a comporre un'opera da vero teatro-canzone. Una rappresentazione dove si legano i più disparati elementi: musica di qualità, poesia che muove e scuote e pure tanto impegno civile. «Il Beat è anche e innanzitutto opposizione a una cultura troppo spesso mortifera, opprimente, illiberale e dunque castrante le più universali e profonde aspirazioni insite nell'animo umano».
Parla di Grace under pressure, Giulio Casale, di Ernest Hemingway e del suo amore per la corrida, del suo suicidio con una fucilata in bocca, della morte che gli corse accanto per tutta la vita dopo avere rischiato di perderla giovanissimo, nel corso della Prima Guerra Mondiale, proprio in Italia, di Fernanda Pivano, di Cesare Pavese, di Jack Kerouac e Neal Cassady, di Edgar Lee Masters, di Allen Ginsberg e Gregory Corso, di Jim Morrison e Janis Joplin, di Jimi Hendrix, Leonard Cohen e Luciano Tenco, e canta. Canta Bob Dylan, De André, le icone del Beat e del Pop – trae il pubblico a profonda genuina commozione con la versione, fra acustico e distorsioni psichedeliche, di Geordie e con un'altra canzone (Un malato di cuore-Francis Turner) del grande genovese dall'album Non al denaro, non all'amore né al cielo – e sue composizioni.
Canzoni e considerazioni, monologhi e poesie, l'alternanza è perfetta. Reading e concerto, con un'interpretazione da attore consumato, misurato e appassionato. Profondità, levità e ironia.
«Davanti all'indicibile oggi rimangono solo due vie, mi pare: o fare silenzio o cominciare un canto, anche di ringraziamento, per quello smarrimento sempre in moto che noi chiamiamo vita».
Eccellente l'accompagnamento offerto dal socio musicale di scena Matteo Curallo, curatore anche degli arrangiamenti.
Bravissimo Giulio Casale. Teneramente scioccante.
Il Beat ti può riconciliare con i giorni ondivaghi e banali di questo mondo donandoti una meravigliosa inquietudine e la voglia di non arrendersi mai.
Alberto Figliolia
the Beat goes on
Teatro “Filodrammatici” (via Filodrammatici 1, Milano).
Sino al 9 aprile.
Orario spettacoli: dal martedì al sabato ore 20:45, mercoledì ore 19:30.
Info: Tel. 02 3659 5671; info@teatrofilodrammatici.com.