Carceri: ancora un suicidio. Si impicca in cella a Bari
I familiari fanno sapere che Carlo Saturno, 22 anni, da tempo soffriva di crisi depressive, ed era in cura con tranquillanti. Il suo avvocato lo aveva visto l'ultima volta una ventina di giorni fa nel corso di un'udienza che lo riguardava: «In quell'occasione era visibilmente agitato, nervoso e scostante». Era detenuto per furto, ma era anche parte civile nel processo in corso davanti al Tribunale di Lecce contro nove poliziotti del carcere minorile, accusati di aver compiuto violenze sui detenuti tra il 2003 e il 2005. Carlo all'epoca aveva 16 anni, sarebbe stato vittima, assieme ad altri ragazzi, di “vere e proprie sevizie”.
Saturno, ricorda l'Osservatorio sulle morti in carcere «è uno dei tre ex detenuti di quel minorile che ha trovato il coraggio di presentarsi come parte lesa nel processo iniziato il 19 febbraio scorso davanti giudice del tribunale di Lecce Pietro Baffa, che vede alla sbarra, per i presunti abusi nei confronti anche di Saturno, il capo degli agenti Gianfranco Verri, il suo vice Giovanni Leuzzi, sette agenti di polizia penitenziaria, per rispondere tutte della presunta atmosfera di paura instaurata tra i giovani detenuti con minacce, privazioni e violenze non di natura sessuale».
Saturno si è impiccato nella Casa Circondariale di Bari. A trovarlo penzoloni sono state le guardie che lo hanno tirato giù quando respirava appena. Trasportato in ospedale è ricoverato in condizioni disperate è mantenuto in vita dalle macchine.
Nucleare: per The Indipendent più di una centrale su dieci è a rischio sismico
Fukushima potrebbe non essere un caso isolato: oltre una centrale nucleare su dieci in tutto il mondo è infatti a rischio sismico e tsunami. Molti di questi impianti a rischio si trovano in Paesi tecnologicamente meno preparati del Giappone per far fronte ad un eventuale evento disastroso. Secondo uno studio della Maplecroft, citato dal britannico Independent sulle 442 centrali esistenti nel mondo 76 si trovano in zone costiere esposte al rischio di tsunami e oltre una su dieci in regioni ad estremo rischio sismico. Tra questa quella in Slovenia, la più vicina al confine con l'Italia.
Morti sul lavoro: oltre 130 morti nei primi tre mesi dell’anno
Carlo Soricelli, dell’Osservatorio Indipendente di Bologna sulle morti per infortuni sul lavoro traccia il quadro della situazione dopo i primi tre mesi del 2011: «Dall'inizio dell'anno al 31 marzo ci sono stati 134 morti per infortuni sui luoghi di lavoro, ma si arriva a contarne 288 se si aggiungono i lavoratori deceduti sulle strade e in itinere. Sui luoghi di lavoro erano 114 il 31 marzo 2010. Assistiamo ad un aumento delle vittime del 17,5 per cento».
In questi primi tre mesi sui luoghi di lavoro l’edilizia ha registrato il 24,6 per cento sul totale delle vittime), l’agricoltura il 20,8 per cento, l’industria il 13,4 per cento, l’autotrasporto l’8,2 per cento. Gli stranieri morti sono stati il 12 per cento sul totale. Le categorie con più vittime in questi primi tre mesi sono l'edilizia con 33, l'agricoltura con 28, l'industria con 18, l’autotrasporto con 11. Le regioni in testa a questa triste classifica sono la Lombardia con 18 vittime sui luoghi di lavoro (provincia di Milano 10), l'Emilia Romagna 16 (province di Bologna e Forlì-Cesena 3) e la Sicilia 14 (provincia di Catania 5). Ma anche Torino, dopo anni calo registra già 5 vittime (Piemonte 12) Napoli 4 vittime, Roma, Lecce, Messina 3.
«A noi», sostiene Soricelli, «non risulta esserci in nessuna regione italiana politiche di prevenzione programmata. Solo la Regione Toscana, la Provincia di Modena e l’ASL di Milano 2 sembrano cominciare ad adottare strategie mirate su alcuni punti per cercare di arginare queste autentiche stragi».
Terremoto Abruzzo: un migliaio di edifici inagibili, mancano le risorse. Il flop della “Lista di nozze”
È impietoso il servizio dell’agenzia ANSA: «Un flop la 'Lista di nozze' per il recupero del patrimonio artistico d'Abruzzo lanciata da Silvio Berlusconi ai grandi della terra riuniti per il G8, che al momento ha raccolto la solidarietà concreta solo di Kazakistan, Francia, Russia e Germania. Incerti e al momento risicati i finanziamenti dello stato. A due anni dal terremoto è ancora più straziante la situazione dei beni culturali d’Abruzzo devastati dal sisma. All'Aquila, di fatto, i restauri sono ancora tutti da cominciare. La situazione è ferma ai puntellamenti che per di più invecchiano e ora sono anche a rischio stabilità».
Per salvare dalle macerie il patrimonio artistico abruzzese, due anni fa il vice-commisario della protezione civile Luciano Marchetti, stimava che fossero necessari 3,5 miliardi di euro. La cifra raccolta è lontanissima dall’obiettivo: 17,8 milioni stanziati dal ministero, 58,3 raccolti dalla protezione civile, 87 in totale dalle donazioni. Nel centro dell’Aquila i lavori devono ancora partire: «Solo puntellamenti e progetti, niente di più», denuncia la UIL, che lancia l’allarme: «A distanza di 24 mesi l’efficacia di quegli interventi è del 30-40 per cento»; si punta inoltre il dito sulla qualità degli interventi fatti, alcuni dei quali «eccessivi o sovradimensionati» e denuncia la sparizione di gran parte degli stemmi e dei fregi caduti.
Cina: ondata di repressione colpisce anche Ai Weiwei. L'artista fermato in aeroporto, sequestrati i suoi computer
L'artista cinese Ai Weiwei è stato fermato dalla polizia all’aeroporto di Pechino. Il suo studio alla periferia della capitale è stato perquisito da una ventina di agenti, che hanno completamente isolato lo studio e hanno fermato otto dei suoi collaboratori.
Tutti gli hard disk dei computer che si trovavano nello studio sono stati sequestrati. Dopo molte ore alcuni dei fermati sono stati rilasciati, ma non si hanno notizie precise sulla sorte degli altri e sulla situazione dello stesso Weiwei, il cui telefono cellulare risulta irraggiungibile. Le scarne notizie sono state fornite dallo stesso artista e da alcuni dei suoi collaboratori che hanno inviato dei messaggi sul sito web Twitter. Un corrispondente straniero che si era recato sul posto è stato bloccato dagli agenti, che lo hanno costretto a cancellare le fotografie che aveva scattato con il suo telefono cellulare.
La vicenda si inserisce in quella che alcuni gruppi umanitari internazionali hanno definito la più severa ondata di repressione del dissenso verificatasi in Cina dal 1989, in seguito al massacro di studenti su piazza Tiananmen. A partire da febbraio tra le cento e le duecento persone sono state sottoposte a provvedimenti repressivi: arresti, arresti domiciliari o altre restrizioni della libertà personale, spesso extragiudiziali; più di venti persone, tra cui alcuni degli avvocati più in vista sul terreno dei diritti umani, sono scomparse e si teme siano detenute segretamente e a rischio di essere sottoposte a tortura. Si ritiene che a innescare la repressione siano stati i messaggi anonimi apparsi su internet che invitavano i cittadini a manifestare pacificamente per la democrazia in quelle che sono state chiamate le “passeggiate dei gelsomini”.
Ai Weiwei era diretto ad Hong Kong. Prima di potersi imbarcare è stato bloccatola due agenti in borghese che hanno affermato che l’artista aveva «altri affari» dei quali occuparsi. Ai Weiwei, 53 anni, è noto per le sue installazioni e per aver partecipato all’ideazione del nido d’uccello, lo stadio nazionale di Pechino, costruito per le Olimpiadi del 2008.
Anticonformista, insofferente delle intrusioni della censura nel suo lavoro, l'artista è entrato definitivamente in rotta di collisione col governo alla fine del 2008, quando ha sostenuto i genitori dei ragazzi morti nel terremoto del Sichuan nella loro battaglia per denunciare le autorità locali e i costruttori responsabili, secondo loro, di aver costruito con materiali di scarto e ignorando le misure di sicurezza le scuole che sono crollate provocando la morte di migliaia di studenti. L'artista aveva annunciato alla fine di marzo la sua intenzione di aprire uno studio a Berlino a causa delle crescenti difficoltà a svolgere la sua attività in Cina.
Valter Vecellio
(da Notizie Radicali, 4 aprile 2011)