Jimmy Carter è sempre stato un bersaglio prediletto dagli umoristi e dai disegnatori satirici fin dai tempi in cui era Presidente degli Stati Uniti. Le noccioline continuano a segnare la sua vita, perché anche all'Avana ha dovuto ricevere in dono un cocorucho de manì (un pacchetto di noccioline tropicali), simbolo del magro lavoro privato dei cubani. La sua visita nell'isola dei fratelli Castro non ha lasciato entusiasti gli statunitensi e neppure i cubani residenti all'estero, ma tutto sommato ha lasciato intravedere alcune speranze per il futuro. Vediamo la satira cubana di Miami come ha descritto l'evento.
Omar Santana disegna una vecchia signora cubana davanti alla televisione. Carter arriva all'Avana, dice la didascalia, ma lei commenta: “Questo film è appena cominciato, ma si sa già come andrà a finire”. Ancora Omar Santana (1ª ill. in calce, ndr) mostra una venditrice di manì (noccioline) che mormora: “Era meglio se Carter avesse incontrato chi non potrà mai collegarsi a internet, ma... siamo così tanti!”.
Infine abbiamo il caustico Garrincha (2ª ill. in calce, ndr) che immortala un Jimmy Carter intento a consultare una piantina della capitale cubana invece di ascoltare i richiami dell'imprenditore statunitense Alan Gross detenuto per aver distribuito telefoni cellulari ai dissidenti cubani.
La satira graffia e stigmatizza le cose che non vanno, come suo compito, ma dai blogger cubani segnaliamo voci di soddisfazione. Claudia Cadelo, Orlando Luis Pardo Lazo e Yoani Sánchez si sono mostrati entusiasti di aver incontrato quello che il regime aveva sempre dipinto come un nemico, perché hanno avuto l'onore di essere ascoltati e ricevuti con cordialità per esprimere le richieste della società civile cubana.
Una cosa è certa: la legittimazione della dissidenza è più forte dopo la visita di Jimmy Carter a Cuba.
Gordiano Lupi