01 Aprile 2011
Carlo Ruta (a cura di)
L'unità d'Italia. La Sicilia.
La scoperta della mafia
Rapporti e testimonianze
Edizioni Edi.bi.si., Messina, pagg. 195, € 15,00
È uscito a marzo il libro L'unità d'Italia. La Sicilia. La scoperta della mafia, per la casa editrice Edi.bi.si. di Messina (Tel. 090 359444). Accoglie una serie di rapporti, testimonianze e atti parlamentari dell'Ottocento, perlopiù scarsamente conosciuti, introdotti e curati da Carlo Ruta. Di seguito la quarta di copertina. (Giovanna Corradini)
L'unità compiuta dell'Italia consentiva di registrare meglio che in passato le diversità territoriali, di operare quindi confronti quantitativi e valutazioni, ponendo pure a frutto gli strumenti delle scienze positive, che proprio in quei periodi registravano in ambito criminologico l'assunzione di paradigmi complessi. Riguardo alla interpretazione delle «differenze» siciliane si registrarono varie fasi. Di primo acchito, testimoni ascoltati divennero, nel paese e all'estero, i cronisti e gli osservatori, tanti dei quali non italiani, che seguirono gli eventi militari del 1860 e quelli civili di poco successivi. Acquistarono poi rilevanza i rapporti di prefetti e magistrati, di massima non siciliani, circa gli alti indici di criminalità nelle aree centro-occidentali. Stabilirono infine dei punti fermi, a dispetto delle differenze di valutazione, gli inquirenti governativi e parlamentari, i notisti politici, gli economisti e i sociologi che nell'isola si recarono, a partire dalla metà degli anni settanta, per verificare le condizioni dei contadini e, maggiormente, per indagare quel fenomeno ormai ineludibile che veniva riconosciuto come mafia.
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