A proposito della situazione che si è creata in Provincia vien bene parafrasare il titolo del romanzo dello scrittore lombardo Carlo Emilio Gadda, uno dei maggiori del novecento italiano e intitolato appunto, in romanesco, “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana”.
Qui la lingua dovrebbe essere il nostro dialetto valtellinese, ma questo poco si presta per quanto avvenuto in Provincia, laddove di politicamente chiaro e razionale non c’è praticamente nulla.
Come nel romanzo di Gadda c’è il “morto” -politicamente si intende- Patrizio Del Nero, ex Presidente del Consiglio provinciale, funambolico nei cambiamenti di casacca politica e capace con i suoi numeri di prestigio di alienarsi il consenso di maggioranze e minoranze. Con la sua teatrale uscita di scena il succitato rischia di trascinare con sé la Provincia, cosa che non può non preoccupare Valtellinesi e Valchiavennaschi.
Sul tappeto ci sono infatti una serie di questioni irrisolte e di difficile soluzione: dalla “questione acque” nei suoi vari aspetti, dal demanio idrico al rinnovo delle grandi concessioni idroelettriche, alla gestione dell’“acqua del rubinetto”(oggetto presto di un referendum in difesa dell’acqua pubblica); ci sono poi le annose problematiche legate alle comunicazioni stradali e ferroviarie, con una statale che rischia di fermarsi alle porte di Morbegno; quelle relative alla sanità e agli ospedali, col ruolo di Sondalo tutto da definire; quelle legate alla crisi con i problemi del lavoro, con i Comuni privi di risorse, con i servizi sociali che rischiano di collassare.
Abbiamo citato tutta una serie di questioni, in modo schematico e non esaustivo, per evidenziare che in questo momento serve una Provincia in grado di esercitare il proprio ruolo in modo forte ed incisivo; abbiamo dei dubbi che questo possa essere possibile. Guardiamo un po’ gli attori che stanno in primo piano sulla scena politica:
-il PDL non dà nessun contributo nell’affrontare in modo credibile i problemi di cui sopra, il suo obiettivo non sono gli interessi dei cittadini ma l’occupazione delle sedie: il BIM, le Comunità Montane (ma non dovevano sparire?) e così via. Nella recente crisi in Provincia si è mosso in modo demenziale non riuscendo neppure a presentare un proprio candidato alla presidenza del Consiglio Provinciale; del resto se lo stratega è Del Tenno, eletto deputato a Trento, dove forse non lo conoscono e coordinatore del partito a Sondrio…, l’unica possibilità è andare a piangere in Regione e magari bussare alla porta di Arcore.
Una nota di costume: è veramente strano che parli di “traditori” a livello locale un partito che a livello nazionale si vanta dell’acquisizione a libero mercato di deputati e senatori.
-la Lega ha gestito in modo duro lo scontro in Provincia con una presunzione di autosufficienza che non c’è nei numeri dei Consiglieri rimasti fedeli a Sertori (solo 11), mentre le dichiarazioni di Provera e De Gianni incrinano in modo palese la compattezza di questo partito e quindi la sua capacità di governare, soli soletti, l’Ente provincia in un momento così delicato; alle spalle pesano in negativo tre “rimpasti” della Giunta che non hanno certo contribuito a dare stabilità al lavoro della stessa.
Cosa ci riserverà il futuro? Difficile dirlo; per ritornare alla suggestione iniziale è un “pasticciaccio brutto”. Facile sarebbe per le minoranze alle quali apparteniamo gridare “al voto, al voto”, ma se questa risultasse essere l’unica soluzione possibile per uscire dalla crisi in caso di ingovernabilità della Provincia, si dovrebbe comunque passare per una fase di commissariamento, in cui i problemi sopra accennati rischierebbero di non essere affrontati e persino di aggravarsi, come è purtroppo avvenuto in Comune di Sondrio dopo la negativa esperienza dell’amministrazione Bianchini (centro/destra).
Un pasticciaccio brutto, dunque, che il commissario Ingravallo nel romanzo di Gadda non riesce a risolvere, speriamo di cavarcela qui da noi, possibilmente senza passare per Arcore.
Sinistra Ecologia e Libertà Sondrio