Il voto del 25 e 26 giugno ha fatto piazza pulita dell'indecorosa “riforma” del titolo II della Costituzione. Bene! C'è a mio avviso un insegnamento (o una conferma) da trarre dalla decisa e, diciamo la verità, inaspettata partecipazione al voto (nelle condizioni rese il più ostiche possibile: consultazione d'estate e a ruota di altre due tornate elettorali particolarmente impegnative), che ha superato il 50% degli aventi diritto: il primo e più urgente aggiornamento della Costituzione è la cancellazione del quorum anche per i referendum abrogativi. Sarò monomaniaco, ma la realtà dei fatti sta lì a dimostrarlo: senza quorum, il quorum stesso si può (agevolmente) raggiungere, con – invece – diventa un'impresa (pressoché) impossibile.
Ma so bene che la cosa non è contenuta nel programma di governo dell'Unione e nemmeno di alcuna delle formazioni politiche rappresentate in Parlamento. Ripetiamo l'amen e stiamo a vedere in cos'altro andrà ad avvilupparsi, invece, il dibattito intorno agli “aggiornamenti possibili” della Carta costituzionale...
Nel programma è però, al contrario, esplicitamente prevista la cancellazione della «indegna legge elettorale» che, se nel disegno del centro destra – come infatti è stato sostenuto – intendeva “completare” l'assetto prefigurato con questa “grande riforma” del Titolo II, è venuta col 26 giugno a perdere ogni già labile forma di liceità. Lo stesso Prodi in prima persona si è sbilanciato sull'argomento, come abbiamo a suo tempo ripreso anche qui dal suo sito ufficiale: «(...) Nell’attesa di trovare un adeguato consenso per una nuova e più equilibrata legge elettorale condivisa con l’opposizione, ripristineremo il sistema attuale. Certo non lasceremo sopravvivere questa indegna legge...» (in calce la correlazione al documento completo).
Come mai (o si tratta di nostra distrazione?) nessuno, pur nei copiosi commenti ai risultati del voto del referendum, ha evidenziato questa stretta, inevitabile, diretta e immediata connessione tra responso referendario e cancellazione della legge elettorale? Come mai il Governo non ha ancora depositato un disegno di legge (per tradurre quanto “promesso”, basta un solo articolo di un solo comma: «È abrogata la legge Tal dei Tali» punto) con, magari, la richiesta di fiducia come si sta facendo proprio in questi giorni per disposizioni di minore rilevanza? Che si sta aspettando?
Romano Prodi, i cittadini – elettori di tutte le stagioni... – aspettano una sua risposta!
Enea Sansi