Mai complici del raìs! Mai complici dei regimi! Solidarietà al popolo libico in rivolta per la democrazia
23 Febbraio 2011
Emma Bonino ha dichiarato “L'Italia deve sospendere immediatamente ed unilateralmente il Trattato italo-libico”
Mentre la Libia sprofonda nel caos, i Radicali tornano a Montecitorio per riaffermare con forza la loro solidarietà nei confronti del popolo libico e di tutti quei popoli che in queste ore nel mondo arabo stanno conducendo la propria lotta di liberazione dai regimi totalitari. La scossa partita dalla Tunisia e diffusasi in tutto il Maghreb, che ha rovesciato a Tunisi Ben Alì e che in Egitto ha portato alla destituzione di Moubarak, in Libia sta mostrando la sua espressione più sanguinosa. E mentre Gheddafi tenta una feroce repressione chiamando a raccolta esercito, tank ed elicotteri e ordinando raid aerei sui manifestanti, l'Italia abbozza e tarda ad assumere una chiara posizione contro il regime del massacro.
Tale esitazione è il prevedibile effetto della politica estera italiana che ci vede complici e ostaggi di regimi senza scrupoli. Il trattato Italia- Libia, siglato a Bengasi il 30 agosto 2008 e ratificato dal nostro Parlamento nel gennaio successivo ne costituisce il chiaro esempio. Ma dimostra anche come la partitocrazia in Italia distribuisca equamente tra destra e sinistra le responsabilità dello sfascio democratico: il trattato è stato votato non solo da tutta la maggioranza, ma anche da buona parte dell'opposizione. Tutto il Pd, con l'eccezione dei Radicali, di Furio Colombo e Andresa Sarubbi. Solo i Radicali peraltro avevano operato un costante ostruzionismo all'accordo i cui articoli recitano condizioni fortemente vincolanti in una situazione come quella attuale.
Infatti, secondo l'articolo 4, l'Italia si impegna ad «astenersi da qualunque forma di ingerenza, diretta o indiretta, negli affari interni o esterni che riguardino la giurisdizione della Libia e non userà mai ne permetterà l'uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile contro la Libia». Di più, all'articolo 20 si legge: «Le due parti si impegnano a sviluppare, nel settore della Difesa, la collaborazione tra le rispettive Forze Armate, anche attraverso lo scambio di informazioni militari e di un forte partenariato industriale nel settore della Difesa e delle industrie militari». Questa è probabilmente la spiegazione delle voci rispetto al possibile coinvolgimento di mezzi e forze armate italiane in soccorso al colonnello, nella repressione. Voci che seppure smentite dal Ministro La Russa, la popolazione libica reputa plausibili.
«Io sono stato col mio gruppo parlamentare l'unico, vorrei ricordarlo, a votare contro il Trattato di amicizia con Gheddafi fatto qualche mese fa. È necessario un atto di verità» (Pierferdinando Casini - Tg2 e Tg3 prima serata - 21 febbraio 2011).
Nessun giornalista in studio ha ritenuto di dover correggere quanto detto ricordando l'ostruzionismo all'inizio solitario dei parlamentari Radicali contro il trattato italo-libico, informando dunque sui nostri motivi e quelli di buona parte del Parlamento.
Lo sdoganamento del colonnello Gheddafi è stata una delle attività in cui la partitocrazia italiana si è mostrata unita ai comuni interessi di una politica estera estranea ai principi e alla legalità internazionale sui diritti dell'uomo.
Ma il Paese non deve sapere che esistono gli “stranieri radicali”, stranieri al regime sessantennale, che anch'esso deve cadere, in nome dello stato di diritto e della nonviolenza.