Il via libera del consiglio comunale di Livorno al “certificato anagrafico di famiglia” è una lezione al Parlamento immobile e sordo alle richieste e ai cambiamenti della società italiana. Mentre i cittadini si danno forme e organizzazioni di vita che non sempre possono e vogliono coincidere con il matrimonio la legge non si adegua per freni ideologici e per pressioni cattoliche.
Il certificato che rilascerà il Comune di Livorno potrà essere richiesto anche da coppie gay e lesbiche e non sarà solo simbolico, ma produrrà anche effetti pratici ad esempio sulle graduatorie per la casa.
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, invece che parlare di umiliazione delle famiglie, dovrebbe farsi promotore di tutti quei disegni di legge depositati in Parlamento che riconoscono diritti a tutte le famiglie che nella società italiana esistono ma che la legge non tutela e non riconosce.
Come Radicali abbiamo presentato singoli disegni di legge come primi atti della legislatura per la revisione del diritto di famiglia, fino ad uno più complessivo originato dal lavoro di esperti e studiosi delle associazioni Luca Coscioni e Certi Diritti.
Possibile che l'Italia sia fanalino di coda in Europa su leggi per le coppie di fatto, per le adozioni dei single e per il divorzio breve? Possibile che dobbiamo ringraziare singole amministrazioni locali che suppliscono così le mancanze della legge nazionale?
Donatella Poretti e Marco Perduca
senatori Radicali – Partito Democratico