“considerate se questa è una donna
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno”
Primo Levi
Tra un espressionismo spinto all’estremo e il surrealismo del “dentro di noi” si leggono le due uniche poesie che possediamo della poetessa cubana tradotte da Gordiano Lupi.
Come pietre, come massi, pesanti come la storia senza destini, o meglio come destini senza storia, tra luci e cieli che si staccano e piombano strisciando sotto le porte, fino alla camera da letto, rotola il cammino di una poetessa che ormai neanche più alla parola riesce a dare significato. La realtà si riempie di fantasmi, ricordi, memorie che si vogliono cancellare nell’esplicito esaurimento della comunicazione e nella stanchezza di ascoltarsi ed ascoltare. Ma ciò che si scrive, resta memoria di noi e necessità di coagulare in un contenitore la forza del dolore nella parola che si frantumerebbe diversamente in mille pezzi; quindi ecco la «sconfitta presenza al mattino» a cui si cede; «silenziosamente decidi/ di restare tra i vivi/ fino a che il tempo/ si adatti alla tua memoria...».
Consapevole dell’impossibilità di rimuovere quanto di noi abbiamo vissuto, sofferto e sperato, Helmys Garcia Rodriguez, proprio nella negazione della parola la afferma, invece, come divinità consolatoria.
I versi si aprono tra luci notturne nella «linea azzurra di un altro paesaggio» che carezzano lacrime, che fissano il foglio senza sbavature per rimanere anch’esse parole. Gli occhi scavati e sgranati guardano in fondo un’altra strada che non consiste nella dimenticanza ma nella pacificazione difficile con il proprio vissuto. Il tempo segna le mani… le sue braccia si aprono per ricevere assenze che stringe nel pugno ma la sua solitudine si converte «nello spazio delle tue albe» e il cuore galoppa.
Dal «qui dentro» dall’immagine di superstite che mi ha ricordato i versi di Levi, si apre alla fine uno squarcio infinito di luce che connota sempre anche le più disperate scritture cubane.
«...e tutti restiamo con le braccia incrociate/ davanti all’Infinito» rafforzato e spiritualizzato verso il divino dalla maiuscola che lo contrassegna.
Patrizia Garofalo
Poesie di Helmys García Rodriguez
Holguin (Cuba)
Traduzione di Gordiano Lupi
Todos los caminos comienzan aqui dentro
La luna desciende de la puerta
y se deja caer ante mi cama,
una pequeña lámpara me asegura
que esta noche las sombras
llenarán mi casa
mientras espero al hombre
que escribe sobre mis espaldas,
sólo un instante
y habrá desaparecido
dejándome sus puñales
bajo la puerta,
el tiempo ha marcado huellas
en sus manos.
Las sombras delinean mi cuerpo
el pez que sale de mi boca
se desliza entre mis piernas,
es este el camino que fluye
entre las manos de un nuevo rostro,
la noche me cae encima
y enciendo mi lámpara,
se abren mis brazos para recibirte
tus ausencias me caben en el puño.
Mi soledad se convierte
en el espacio de tus madrugadas,
recuerdo mi almohada vacía
mi rota presencia en la mañana,
mi cuerpo congelado
de tanta espera,
me pregunto si esto
que salta en mi pecho
será el galope de algún animal.
Todos los caminos
comienzan aqui dentro,
todos los centauros
terminan en este leyenda
de agua y cenizas,
dejo de mirar tus manos
y todos quedamos de brazos cruzados
ante el Infinito.
Tutte le strade cominciano qui dentro
La luna scende dalla porta
e si lascia cadere davanti al mio letto,
una piccola lampada mi assicura
che questa notte le ombre
riempiranno la mia casa
mentre aspetto l’uomo
che scrive sopra le mie spalle,
solo un istante
e sarà sparito
lasciandomi i suoi pugnali
sotto la porta,
il tempo ha lasciato il segno
sulle sue mani.
Le ombre disegnano il mio corpo
il pesce che esce dalla mia bocca
scivola tra le mie gambe,
è questa la strada che scorre
tra le mani di un nuovo volto,
la notte mi cade addosso
e accendo la mia lampada,
si aprono le mie braccia per riceverti
le tue assenza mi entrano nel pugno.
La mia solitudine si converte
nello spazio delle tue albe,
ricordo il mio cuscino vuoto
la mia sconfitta presenza al mattino,
il mio corpo congelato
da tanta attesa,
mi domando se questo
che sussulta nel mio petto
sarà il galoppo di qualche animale.
Tutte le strade
cominciano qui dentro,
tutti i centauri
finiscono in questa leggenda
di acqua e cenere,
smetto di guardare le tue mani
e tutti restiamo con le braccia incrociate
davanti all’Infinito.
Se agotan las palabras cansadas de ellas mismas
Al final de todo
siempre existe un camino
cuando te levantas
con una voz ajena,
se desprenden tus ojos
hasta los mismos huesos,
el silencio envuelve tus pasos
que se alejan detrás del muro,
resulta inverosimil
reconciliarse con la memoria,
asi se agotan las palabras
cansadas de ellas mismas.
En cualquier parte
se abre otro cuerpo
en torno a tu silueta
se abre una puerta,
se descubre la niebla
en los cristales
de un cuerpo que no existe.
Cominenzas inventando los días,
de un lado está la noche
del otro lado el tiempo,
a veces alguna lágrima
cae junto a la ventana
en una línea azul de otro paisaje,
otra vez la piel
resbala contra el vacio.
Abandonas el centro de tu miedo
calladamente resuelves
quedarte entre los vivos
hasta que el tiempo
se ajuste a tu memoria.
Si esauriscono le parole stanche di loro stesse
Alla fine di tutto
c’è sempre una strada
quando ti alzi
con una voce altrui,
si staccano i tuoi occhi
fino alle stesse ossa,
il silenzio avvolge i tuoi passi
che si allontanano dietro al muro,
risulta inverosimile
riconciliarsi con la memoria,
così si esauriscono le parole
stanche di loro stesse.
Da qualche parte
si apre un altro corpo
intorno al tuo profilo
si apre una porta,
si scopre la nebbia
nei cristalli
di un corpo che non esiste.
Inizi inventando i giorni,
da un lato sta la notte
dall’altro lato il tempo,
a volte una lacrima
cade vicino alla finestra
in una linea azzurra di un altro paesaggio,
un’altra volta la pelle
scivola contro il vuoto.
Lasci il centro della tua paura
silenziosamente decidi
di restare tra i vivi
fino a che il tempo
si adatti alla tua memoria.
Helmys García Rodríguez (Holguín – Cuba) 8 agosto 1955. Poeta e narratrice. Ha vinto molti premi letterari in tutto il mondo (Catania, 1995 – Atene, 1995 – Buenos Aires, 1996 – California, 1998 …). Ha pubblicato: Dialogo con la impaciencia (Catania, 1995), Poesie d’amore (Valladolid, 1997), Mujer que se desnuda frente a la ventana (Sao Paulo, 1999), Con las manos en el fuego (Holguin, 2000). Ha pubblicato in Argentina, Italia, Brasile, Uruguay, Francia, Portogallo, Messico, Cina, Cile, Costarica, Spagna, Venezuela, Stati Uniti e Portorico.