Nella migliore delle ipotesi è una operazione di cattivo gusto la scelta della data della morte di Eluana Englaro per la Giornata nazionale sugli stati vegetativi.
Nella peggiore, e temo sia anche la più realistica, è una operazione strumentale che il Governo avrebbe dovuto evitare e in caso lasciare ai singoli pasdaran “pro life forzata”.
Nel bel mezzo di una politica che a parole propugna una visione etica e nei fatti ne realizza altra, sarebbe stato bello almeno oggi tacere e lasciare a ciascuno a riflettere sulle proprie decisioni e sulla libertà di poterle prendere almeno sul proprio corpo.
L'istituzione di questa giornata con queste modalità (una direttiva del presidente del Consiglio pubblicata in Gazzetta Ufficiale alla vigilia della ripresa del dibattito parlamentare sul biotestamento), offre l'immagine devastante di un corpo ostaggio dello Stato, ancor peggio del Governo di turno, che decide al posto della persona e non nel rispetto della persona.
Donatella Poretti